La manovra mette nel mirino gli autonomi
Giovani dottori commercialisti, no a sanzioni su F24 Virgillito, 'Stato ruba ai poveri per dare ai ricchi'
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”Prendiamo atto con soddisfazione di aver quanto meno evitato la riproposizione a distanza di 13 anni dell’inutile norma che obbliga una partita Iva individuale ad avere due conti correnti distinti, ma non possiamo non rimarcare come questa manovra si interessi del mondo del lavoro autonomo solo in termini di sottrazione di risorse a favore di altri comparti”. Lo afferma il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani. ”L’abolizione del regime di flat tax al 20% per le partite IVA individuali con fatturati tra 65.001 e 100.000 euro – prosegue Miani – nell’istante in cui non viene sostituita da altre misure a favore delle partite Iva più congeniali al nuovo Governo, denota una scelta di fondo che mette nel mirino non tanto i regimi di flat tax, quanto i lavoratori autonomi. Crediamo che su questo il Governo debba riflettere e correggere il tiro”. Miani chiede al Governo di ”correggere il tiro anche sulle norme che rendono sempre più complicato per tutti i contribuenti e i professionisti che li assistono, non solo per gli evasori, l’esercizio del sacrosanto diritto di compensare crediti e debiti fiscali, con tanto di moltiplicazione di sanzioni anche su modelli F24 da pochi euro”. “Come un Robin Hood al contrario, lo Stato ruba ai poveri per dare ai ricchi”. È così che il presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) Daniele Virgillito commenta la bozza del Decreto Legge fiscale che, nel caso di F24 scartati anche solo per un errore di compilazione, potrà determinare una sanzione di mille euro. “Il solo aver valutato una penale così alta per ogni modello errato è un’offesa per chi ha l’onere di mantenere con il proprio lavoro un Governo che, invece di ridurre e qualificare la spesa pubblica, continua ad aumentare il drenaggio di risorse dal settore privato, finendo concretamente, come gli antieroi dei fumetti, a rubare ai poveri per dare ai ricchi”. Peraltro, “un controsenso – va avanti il leader del sindacato dei professionisti – una volta avviata la fatturazione elettronica che avrebbe dovuto facilitare, fra le altre cose, i controlli e, quindi, la verifica dell’esistenza dei crediti fiscali: ora arriva invece, a sorpresa, la minaccia alla loro compensazione”. Con le riforme avviate adesso, in sede di manovra economica, “si dimenticano le promesse e tornano a prevalere la ragion di stato che sembra avere come unico obiettivo quello di mantenere il pachiderma pubblico, con le risorse di un settore privato sempre piu’ ridotto allo stremo”, conclude il numero uno dell’Ungdcec.
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