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La lentezza della Giustizia non dipende dagli avvocati

Lo rivela la Camera Penale di Milano, sulla base di dati estratti da una ricerca nazionale Eurispes commissionata dall'Unione delle Camere Penali Italiane

La lentezza della Giustizia non dipende dagli avvocati

“Il 96,5% dei processi di primo grado celebrati a Milano viene rinviato ad altra udienza per cause non attribuibili all’avvocato o all’imputato”, come l’assenza dei testimoni convocati o errori nelle notifiche degli atti. Lo rivela la Camera Penale di Milano, sulla base di dati estratti da una ricerca nazionale Eurispes commissionata dall’Unione delle Camere Penali Italiane, annunciando anche che domani, con una diretta sulla sua pagina Facebook e in occasione dell’astensione dei penalisti in programma da ieri e fino al 25 ottobre per protestare contro la riforma della prescrizione, illustrerà “le vere cause del rinvio dei processi milanesi”. “Con la sostanziale abolizione di un termine finale di prescrizione dei reati – chiariscono i penalisti milanesi – ad opera della nuova legge la cui entrata in vigore è prevista dal 1 gennaio 2020, non vi sara’ alcun interesse dello Stato nel giungere con celerità ad una sentenza”. Pare allora evidente, proseguono, “che i tempi di celebrazione dei processi, già enormemente dilatati per cause estranee all’attività’ difensiva, saranno destinati ad un ulteriore vertiginoso incremento, in palese contrasto con l’art. 111 della Costituzione”. In questa settimana di astensione la Camera Penale di Milano ha organizzato anche per il 24 ottobre, ore 9.30, un “incontro aperto alla Città di Milano presso il Teatro Parenti” e per il 25 ottobre, ore 10.30, un’assemblea “straordinaria della Camera Penale di Milano presso la Sala Eligio Gualdoni del Palazzo di Giustizia, sulle ragioni dell’astensione e sulle iniziative future da intraprendere”. Per Gian Domenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere Penali, si tratta di “una riforma sciagurata. Qui è in gioco, molto semplicemente, il diritto di ogni persona, sia essa imputata o persona offesa, a non rimanere in balia della giustizia penale a tempo indeterminato, secondo le capacità o l’arbitrio dello Stato, e per esso dell’Autorità Giudiziaria, di definire il processo penale che la riguardi”. Caiazza ha spiegato, aprendo venerdì scorso il congresso straordinario a Taormina, che l’Ucpi ha predisposto “uno schema completo dei tempi di prescrizione dei reati aggiornato alla riforma Orlando, quindi a norma vigente. Occorre svelare l’inganno, la grande truffa informativa alimentata cinicamente dai sostenitori di questa vergognosa riforma. La nostra arma è questa: la verità dei fatti nudi e crudi, che dobbiamo riuscire a contrapporre alla forza violenta e furiosa delle fake news, della comunicazione emotiva, allusiva, viscerale, che vive solo a condizione che la verità non sia narrata e perciò conosciuta”. 

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