Anno: XXVI - Numero 243    
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Giù le mani dalle commissioni tributarie

I sindacati dei commercialisti contro la riforma proposta dalla Corte dei conti

Giù le mani dalle commissioni tributarie

“La proposta formulata dalla Corte dei Conti, in modo autonomo e unilaterale, con la risoluzione approvata e inviata al presidente del Consiglio, andrebbe a delineare un inaccettabile cambiamento sostanziale della giustizia tributaria, con il graduale superamento delle attuali Commissioni tributarie, regionali e provinciali, e l’affidamento dell’amministrazione della giustizia tributaria ai magistrati della Corte dei Conti in via esclusiva”. Lo scrivono, in una nota, i sindacati Adc (Associazione dottori commercialisti) e Anc (Associazione nazionale commercialisti). “Non è corretto pensare di accorpare il ruolo di giudice della spesa e di giudice delle entrate e il passaggio della giurisdizione tributaria ai giudici della Corte dei Conti desta molte perplessita’, in ragione del fatto che questa ipotesi di riforma sembra andare nella direzione di una tutela  preminente degli interessi dell’Amministrazione Finanziaria a scapito dei cittadini contribuenti”, si legge, infine. “La proposta formulata dalla Corte dei Conti, in modo autonomo e unilaterale, con la risoluzione approvata e inviata al presidente del Consiglio, andrebbe a delineare un inaccettabile cambiamento sostanziale della giustizia tributaria, con il graduale superamento delle attuali Commissioni tributarie, regionali e provinciali, e l’affidamento dell’amministrazione della giustizia tributaria ai magistrati della Corte dei Conti in via esclusiva”. Lo scrivono, in una nota, i sindacati Adc (Associazione dottori commercialisti) e Anc (Associazione nazionale commercialisti). “Non è corretto pensare di accorpare il ruolo di giudice della spesa e di giudice delle entrate e il passaggio della giurisdizione tributaria ai giudici della Corte dei Conti desta molte perplessità, in ragione del fatto che questa ipotesi di riforma sembra andare nella direzione di una tutela  preminente degli interessi dell’Amministrazione Finanziaria a scapito dei cittadini contribuenti”, si legge, infine.

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