CALA L’INTERESSE PER IL SUPERBONUS
Per Nomisma incidono le nuove norme sulla cessione del credito
In evidenza

Le famiglie italiane già attive sul Superbonus 110% passano da 1,8 milioni a 2,7 milioni ma l’interesse per la misura “sembra dare segnali di rallentamento: da un lato, infatti, diminuiscono le famiglie interessate alla misura, che passano dai 9,4 milioni registrati a novembre 2021 ai 7,5 milioni di marzo 2022 a causa della sfiducia sulle possibilità di mercato e sulle modalità di proroga e dall’altro” si segnala “un calo nel ritmo di crescita degli interventi, legato alle incertezze e all’impatto delle recenti normative sulla cessione del credito”.
È quanto emerge dallo studio 110% Monitor’, l’osservatorio di Nomisma che analizza l’andamento degli interventi di riqualificazione energetica e sismica soggetti al Superbonus.
A giudizio dell’istituto di ricerca bolognese ad incidere, in particolare, sono le nuove disposizioni legislative in merito alla catena della cessione del credito con “oltre il 23% delle famiglie” a risentire di questa scelta normativa mentre per quanto riguarda gli effetti del decreto antifrodi, “da un lato emerge un senso di diffidenza delle famiglie verso il mondo delle imprese di costruzioni, ad oggi considerate inaffidabili per 2 soggetti su 5 e propense alle frodi per 3 su 5; dall’altro, nella scelta dei soggetti attuatori, 2 famiglie su 3 scelgono le stesse imprese edili, testimoniando una platea potenziale sempre più confusa dai fatti e dai provvedimenti statali”.
Altre Notizie della sezione

ALLARME SANITÀ: I DESERTI MEDICI SI STANNO MOLTIPLICANDO
08 Luglio 2025Da 20 anni, il numero di medici è in costante calo. L’obiettivo? Risparmiare. Ma la medicina di comunità resta fondamentale.

CONTRATTO AL RIBASSO, I MEDICI NON CI STANNO
07 Luglio 2025Filippi, Fp Cgil: “Il ministro Schillaci cosa dice ai colleghi? Che si devono accontentare o ci convoca e s’impegna a trovare una soluzione dignitosa?”

IL TAGLIO DELLE PENSIONI È INCOSTITUZIONALE
04 Luglio 2025L'adeguamento delle pensioni all'inflazione penalizza quelle dagli importi superiori a quattro volte il minimo, ovvero 1.650 euro netti mensili. Deciderà la Consulta.