Anno: XXVI - Numero 164    
Mercoledì 27 Agosto 2025 ore 14:00
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Trulli roventi. Monta il caso Decaro

Via libera ufficiale alla candidatura dell'ex presidente della Camera Roberto Fico, i 5 Stelle hanno il loro frontman in Campania e De Luca è contento. Volano stracci in Puglia: i diktat di Decaro a Emiliano e Vendola si risolveranno a Roma. La segretaria non ne può più, e potrebbe persino accettare Nichi al suo posto.

Trulli roventi. Monta il caso Decaro

Risolto un problema, eccone un altro. Il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle chiudono sulla candidatura di Roberto Fico in Campania. Si conclude una trattativa estenuante, con tanto di ricompensa per Vincenzo De Luca: il figlio sarà presto segretario del partito regionale. Ben più ingarbugliato il dossier pugliese, dove Antonio Decaro non ritira il veto sulle candidature di due ex-governatori, l’uscente Michele Emiliano e Nichi Vendola. Un impasse che verrà risolto al tavolo nazionale del campo largo. Per la frustrazione di Elly Schlein: la segretaria del Pd, casomai Decaro non ritirasse il diktat, potrebbe persino virare sulla candidatura a presidente proprio di Nichi Vendola. Il tempo stringe, la destra gongola.

I caffè non si contavano più. Come le riunioni su Zoom. Schlein ha chiamato per l’ultima volta i suoi luogotenenti in Campania, Sandro Ruotolo e Marco Sarracino. Poco dopo, ecco il flash: sarà Roberto Fico il candidato del campo largo. La contropartita scontenta gli schleiniani: Piero De Luca, deputato e figlio del presidente campano, sarà l’unico candidato alla segreteria del partito regionale. Un contrappasso per preservare l’unità dem: la promozione di De Luca jr assicura il sostegno del padre al campo largo, e i malumori verranno sopiti. Agli schleiniani andranno le segreterie provinciali. Giuseppe Conte sarà presto in città per ufficializzare l’accordo.

Per la gioia del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che solo ieri pressava per “fare in fretta”, la campagna elettorale campana è ufficialmente iniziata. Lo stesso avviene anche in Marche e Calabria, dove la candidatura di Pasquale Tridico, l’ex presidente dell’Inps ed europarlamentare 5 Stelle, ha fatto sbuffare Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, dispiaciuti per “il duopolio Pd-5S”. Quisquilie rispetto alla litigiosità pugliese.

A Bari, ierii, si è tenuta la segreteria regionale Pd, convocata d’urgenza dal segretario Domenico De Santis, con un punto all’ordine del giorno: le regionali. La pizzica che turba l’unità dem di Puglia porta il nome di Michele Emiliano. Il presidente uscente vuole essere della partita. Se il suo delfino politico, Antonio Decaro, si candiderà per stravincere in Regione, lui vuole entrare in consiglio regionale. Un problema “politico”, secondo l’ex sindaco di Bari, che non lo vuole in lista: “Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto”. In Regione è noto invece il “deterioramento dei rapporti personali” tra i due.

Di contraddizioni, in effetti, è zeppa la storia pugliese. Decaro vola nei sondaggi e, solo un anno fa, alle Europee, ha ottenuto mezzo milione di voti. È l’uomo da battere. Tanto che, in una riunione a metà maggio, gli esponenti pugliesi del Pd erano già passati ai dettagli. Decaro da un lato, Emiliano dall’altro: l’erede aveva assicurato che, se avesse voluto, l’ex governatore avrebbe potuto candidarsi nella lista del Pd. Addirittura, un anno dopo, Emiliano sarebbe stato indicato anche per il Parlamento, alle politiche del 2027. Poi tutto è degenerato: dopo l’annuncio di Emiliano è arrivata l’estate, e Decaro ha fatto dietrofront. “Nessuno sa perché, Antonio si è incartato”, spiegano due sbalorditi dirigenti dem.

Chi conosce bene la partita descrive come più ostica la questione di Nichi Vendola, espressione di Alleanza Verdi e Sinistra, e non del Pd, nonché uomo necessario per la lista Avs per raggiungere il quorum. Senza, riferisce chi ha letto i numeri, di cui Decaro è a conoscenza, Avs perderebbe un buon 2%. Eppure, Decaro ha detto “no”. Un niet “incomprensibile”, spiegano a HuffPost i suoi compagni di partito: “Non romperemo la coalizione nazionale per la Puglia”.

Ora toccherà parlarne, già in settimana, a livello nazionale con tutti gli alleati. Esattamente quello che avrebbe voluto evitare Schlein. La segretaria sa che lo scontro con Avs non è riconducibile a una dimensione territoriale. Per questo, la riunione barese di oggi ribadirà l’unità del partito, ma sarà interlocutoria: il segretario invierà a Roma la disponibilità di Decaro con riserva. A quel punto, confermano più fonti, le strade dell’ex sindaco di Bari, saranno due: una candidatura con possibilità di trattare su Emiliano, ma senza veti su Vendola, oppure il ritiro della candidatura.

Alcuni parlamentari dem, pur consci del problema, abbozzano: “In Puglia vinciamo comunque”. Altri, in chat, sono “frastornati”, anche perché, spiega un deputato, “non abbiamo una vera candidatura alternativa”. Ci sarebbe Raffaele Piemontese, vicepresidente della regione e assessore alla Sanità. Ma la corsa andrebbe costruita da zero. A meno che, riferisce chi ha rapporti con la segretaria, il Pd non decida di virare proprio su Nichi Vendola. Un’idea che, in fin dei conti, “non dispiacerebbe a Elly” e che rinsalderebbe i rapporti con Avs.

Un gran mal di testa, in ogni caso. Con la destra alla finestra. Le forze di governo ancora non affondano la lama offerta dalla retorica dei cacicchi dem. In Puglia, dove il candidato del centrodestra, dovrebbe toccare a Forza Italia, ma il nome non c’è. In Campania idem, con il palliano in mano a Fratelli d’Italia. E così, con il Veneto sullo sfondo e senza una via d’uscita per Luca Zaia, la destra rinvia i vertici sulle regionali. Con la serenità che il suicidio politico è previsto altrove.

di Giulio Ucciero. Su HoffPost.

 

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