Anno: XXVI - Numero 189    
Giovedì 2 Ottobre 2025 ore 13:40
Resta aggiornato:

Home » Scioperi vietati, piazza infiammata

Scioperi vietati, piazza infiammata

I sindacati proclamano manifestazioni per Gaza e la Flotilla, il governo valuta la precettazione, Salvini chiede pene più severe. L’effetto ottenuto è quello opposto: non si arretra.

Scioperi vietati, piazza infiammata

In arrivo un fine settimana di tensione in tutto il paese. L’ironia tagliente di Giorgia Meloni: “Il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme”

Abbordata la Flotilla, il governo cavalca il day after. Un’escalation potenzialmente controproducente. Le manifestazioni di piazza continueranno, come le barche pronte a ripartire in direzione Gaza. Dichiarazioni roboanti e codicilli accelerano i preparativi di un fine settimana caldo. La Commissione di garanzia sugli scioperi definisce “illegittimo” quello proclamato ieri per domani, venerdì 3 ottobre, da Cgil e sindacati di base. La premier Giorgia Meloni ironizza: “Weekend lungo”; dal ministero di Matteo Salvini spiegano che chi partecipa domani “ne pagherà personalmente le conseguenze”; il Viminale teme gli scontri. Università occupate nella notte, cortei improvvisati in tutta Italia, manifestazioni già previste irrobustiscono uno sciopero che, per paradosso, trarrà forza dalla sua stessa delegittimazione.

La cronaca di queste ore non prevede pause. Gli incursori della marina israeliana hanno fermato le 44 barche che compongono la Flotilla e gli attivisti vengono scortati nel porto di Ashdod. Chi, come i parlamentari del Partito democratico Arturo Scotto e Annalisa Corrado, ha deviato verso Israele sarà presto libero. Gli altri, come l’eurodeputata verde Benedetta Scuderi e il senatore 5 Stelle Marco Croatti, sono stati abbordati e finiranno in una struttura a Be’er Sheva. Altre 45 navi sono partite da Arsuz, Turchia, per “dare sostegno” alla Flotilla.

La marea popolare monta. La spedizione appena terminata non è un episodio isolato. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si concentra sul presente: una telefonata all’omologo israeliano, Gideon Sa’ar; un colloquio con la controparte turca; un corridoio universitario per 117 palestinesi; l’attivazione delle procedure consolari. Gli arrestati, l’ipotesi che circola in Farnesina e rallentata dallo Yom Kippur, riceveranno con un “unico provvedimento di espulsione coatta” che li porterà in Europa con due charter. L’Italia non pagherà loro i biglietti. “È la prassi”, assicurano dal ministero. La Spagna apre una protesta formale contro Israele, il governo italiano risponde in aula con Tajani.

La politica cerca la sua centralità nelle risoluzioni parlamentari. Non la trova nelle divisioni, e successive ricomposizioni, tra maggioranza e opposizione sul piano Trump-Blair per il futuro di Gaza. Il tono si alza quando il diritto di sciopero entra nel ring. La Cgil l’ha dichiarato insieme all’ Usb e altre sigle sindacali per venerdì 3 ottobre. Solo 24 ore di preavviso. Poche, ma giustificate dall’art. 2, comma 7 (sciopero senza preavviso se in difesa dell’ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità dei lavoratori).

Almeno così pensano i sindacati. Peccato che la legittimità di uno sciopero generale in tutta Italia viene esclusa dalla Commissione del garante. “Viola l’obbligo legale di preavviso”, è la spiegazione. Le giustificazioni del sindacato non sono valide.

Le piazze reclamano spazio e voce. “Nessuno tocchi la Flotilla”, gridavano i manifestanti, scesi in piazza appena l’abbordaggio è iniziato. Da Torino a Palermo, da Roma a Milano: atenei occupati, circonvallazioni bloccate, stazioni chiuse. Lo stop alla spedizione ha fatto da miccia, lo sciopero era una valvola di sfogo.

Il pronunciamento potrebbe essere controproducente. Qualche categoria rinuncerà, ma moltissimi lavoratori incroceranno le braccia. La delegittimazione, burocratica ma avallata dal governo, incendia gli animi di chi è pronto a “bloccare tutto” in Italia per Gaza. “Il nostro è legittimo, impugneremo la delibera del Garante” davanti al giudice del lavoro, spiega il segretario della Cgil Maurizio Landini confermando l’iniziativa. Se prima la protesta era anche contro il governo, ora è soprattutto contro il governo.

La tensione salirà parecchio nelle prossime 48 ore. Non solo per l’iniziativa sindacale di venerdì. A Roma, sabato ci sarà la manifestazione per Gaza e un antipasto di quel che succederà è arrivato già oggi: al Colosseo si radunano 10mila persone. Piazze per Gaza sorgono nelle città italiane. A Genova continuano i presidi al porto, a Milano 3mila attivisti puntano il Duomo. La grande manifestazione di sabato, partecipata da sigle pro-Pal, sindacati, collettivi e politici di opposizione, è prevista per le 14:30 a Porta San Paolo. Ieri le proteste a sostegno della Flotilla sono state pacifiche. Alzata la tensione, l’incidente è possibile.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dice che il Viminale è pronto a un weekend “impegnativo”. Non “lungo”, come motteggia Meloni, che dal vertice informale Ue di Copenaghen dice che si sarebbe aspettata che su Gaza i sindacati “non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì: il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme”. “Ci porterà un sacco di voti, è un grosso errore quello di Landini”, si sbilancia il ministro meloniano Luca Ciriani in Senato.

Il titolare dei Trasporti Salvini minaccia di precettare lo sciopero, poi fa dietrofront. Piuttosto, ottenuto il responso della Commissione, in Consiglio dei ministri presenta un’informativa con l’aumento delle multe per chi non rispetta le regole: “Anche alla luce dell’intervento della commissione di garanzia”, spiegano dal Mit, la revisione della normativa alzerà le sanzioni, “ad oggi da 2.500 a 50mila euro”. “No alle prove di forza”, è la tesi. Fonti del ministero intimano: “Chi domani parteciperà a uno sciopero dichiarato illegittimo dalla Commissione, ne pagherà personalmente le conseguenze, come previsto dalla legge”.

Un inasprimento ulteriore, che si somma alla illegittimità dichiarata dal Garante, che si mischia con le dichiarazioni della premier Meloni. Un innesto che rende ancor più legittima, secondo i manifestanti, la protesta. Un cortocircuito che prepara il terreno per un fine settimana ad alto rischio.

di  Giulio Ucciero  su Huffpost

 

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Per Gaza il campo largo si fa in quattro

Per Gaza il campo largo si fa in quattro

02 Ottobre 2025

Altro che testo unitario, come proposto da Meloni a Schlein. Tra lo stato di Palestina, il ruolo di Hamas e il piano Trump, l'opposizione sulla guerra a Gaza ha quattro idee diverse: quella del Pd schleiniano, quella di M5s e di Avs, e poi quella dei riformisti dem. E giovedì in Parlamento si votano le mozioni.

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.