Anno: XXVI - Numero 156    
Venerdì 8 Agosto 2025 ore 14:40
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Il governo vuole 14 miliardi dall'Ue per caccia e corazzati.

Partita da Palazzo Chigi la lettera per aderire al "Safe", il piano europeo per finanziare la difesa.

Il governo vuole 14 miliardi dall'Ue per caccia e corazzati.

L’Italia aderisce al Safe, il Security Action For Europe, lo strumento di finanziamento degli investimenti nella difesa che dà diritto a 14 miliardi, erogabili in 5 anni. Ma nel governo la Lega fissa i paletti: “È solo una manifestazione di interesse. Ora verifichiamo le condizioni del prestito. A novembre si decide e dovranno essere finanziabili anche le opere infrastrutturali dual use, come il Ponte sullo Stretto e la Diga di Genova”.

È partita nella notte la lettera alla Commissione con cui l’Italia si piazza tra i 18 Paesi (tra i big ci sono anche Spagna e Francia) che aderiscono a una linea di finanziamento per 127 miliardi di euro nel settore della difesa. L’Italia avrà diritto a una tranche di 14 miliardi che dovrà restituire dal 2035 in 45 anni, a un tasso molto favorevole. Dopo la manifestazione di interesse degli Stato l’Unione europea raccoglierà i capitali necessari per l’emissione del debito e intanto avvierà un’istruttoria con gli stati per fissare i paletti dei progetti finanziabili. Tutto questo avrà termine il 30 novembre, quando ci sarà l’adesione vera e propria. Prima del varo definitivo, i Parlamenti nazionali saranno chiamati a votare.

I soldi del Safe serviranno a finanziare i programmi già pianificati dalla Difesa per il quinquennio 2026-2030 (in questo modo, per inciso, si liberano dal bilancio dello stato 3 miliardi che potranno essere destinati alle misure compensative per i settori colpiti dai dazi).

Per Giancarlo Giorgetti ci sono pochi dubbi: il Safe conviene. “I debiti Safe li valutiamo interessanti perché sono più convenienti rispetto ai Btp: è una fonte di finanziamento alternativa per finanziare delle spese per la difesa d’investimento che in larga parte sono già previste e già in itinere”, dice il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. E aggiunge: “Se mi dite pago il 3,5 sul Btp o il 3% sul Safe il ministro dell’Economia se non è scemo risponde: ‘Pago il 3% sul Safe e risparmio un po’ di interesse”.

Fonti della Difesa spiegano che tra i progetti finanziabili c’è prima di tutto l’aumento dell’organico: servirebbero 40mila soldati in più rispetto ai 164mila di oggi. Un sistema misto di mezzi corazzati di terra e droni è il secondo fronte. La joint venture tra Leonardo e Rehinmetall è in grado di fornire dal 2029 i Panther KF51 e i Lynx. L’Italia punta a finanziare inoltre 24 jet eurofighter per 7 miliardi e ad alimentare il Gcap, il global compact program, che insieme a Regno Unito e Giappone lavora alla produzione di un caccia multiruolo stealth, cioè invisibile ai radar, per il 2035. Nel campo della difesa aerea, tra i progetti finanziabili c’è la costruzione di 5 batterie missilistiche Samp t aggiuntive. La nuova versione Ng, sviluppata da Leonardo, Mbda e Thales può colpire bersagli aerei e balistici a oltre 150 chilometri di distanza.

Ma se questi sono i desiderata del governo, nella coalizione emergono già i primi distinguo, messa sotto pressione dalle opposizioni che chiedono alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Difesa Crosetto di riferire in Parlamento.

Nella Lega, in particolare, spiegano che da parte di Salvini non c’è stata un’adesione vera e propria ma un nulla osta a far partire la manifestazione di interesse. Il via libera alla lettera è stato infatti deciso a Palazzo Chigi nel corso di un vertice a cui partecipavano oltre a Meloni, i vicepremier Antonio Tajani e Salvini, coi ministri della Difesa Crosetto e con Giancarlo Giorgetti.

I leghisti si preparano a valutare poi le condizioni del finanziamento e i progetti finanziabili quando la Commissione europea avrò completato la fase di raccolta dei capitali. Il bando europeo comprende tra i progetti finanziabili anche infrastrutture a duplice uso, capacità informatiche e catene di approvigionamento strategiche. E i leghisti chiedono che siano finanziati anche il Ponte sullo Stretto e la Diga di Genova, dichiarate dal governo progetti dual use.

Il senatore Claudio Borghi, molto vicino al leader del Carroccio spiega all’Huffpost che per il momento non c’è nulla di deciso. “Bisogna vedere le carte, perché come si è già visto in altre occasioni i prestiti europei sembrano convenienti ma non lo sono”. E’ un po’ la stessa dinamica del Mes, il maccanismo di stabilità finanziaria che la Lega rifiuta pervicacemente. “Anche Giorgetti non dice che conviene, ma che si può andare a vedere se il Safe conviene. Io sono pronto a ricredermi ma ho due obiezioni principali”, aggiunge Borghi. La prima riguarda le condizioni di finanziamento del debito. “Se si tratta di risparmiare 25 punti base non so se conviene. Nel caso specifico bisogna considerare se il debito europeo è privilegiato o ordinario. E se è vincolato o meno. Se è privilegiato, e dunque va restituito prima di quello ordinario. E se è vincolato, a differenza di quello ordinario, allora non conviene”.

di Alfonso Raimo su HuffPost

 

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