Elly Schlein dimostra ancora una volta di essere un’abusiva della politica.
Questa volta, Rocco Casalino ha ragione.
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L’ex “portavoce” di Giuseppe Conte ha colto il punto nella polemica sul confronto politico ad Atreju: “Schlein ha sbagliato tutto. Il punto non è solo l’offesa agli alleati. È l’occasione persa per il Paese.
Pensava di usare il giochino del format a due per imporsi come leader dell’opposizione. Ma la leadership non si autoproclama […]. La leadership ti viene riconosciuta da una comunità politica”.
Per capire bene il contesto a cui fa riferimento “Ta-Rocco”, occorre fare un passo indietro.
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 26 novembre, la segretaria del Pd detta alle agenzie questa dichiarazione: “Alla segretaria del Pd, a quanto si apprende, è arrivato l’invito a partecipare ad Atreju, la storica manifestazione di FdI. Elly Schlein, si spiega in ambienti del Nazareno, avrebbe acconsentito a parteciparvi ma ad una condizione: la possibilità di un confronto diretto con la premier e leader di partito Giorgia Meloni”.
Una dichiarazione che lascia basito chiunque mastichi un po’ di politica: Come si fa, una volta ricevuto l’invito ad intervenire ad Atreju, a rilanciare chiedendo un faccia a faccia con la premier?
Ovviamente la Meloni, che a differenza di Elly è una politica navigata e mangia pane e comizi da quando era una “balilla”, ha subito colto l’occasione.
Ha lasciato passare qualche ora per far alzare la temperatura tra gli “alleati” del campo largo, e ha fatto la sua mossa: “Leggo che Elly Schlein avrebbe finalmente accettato l’invito di Fratelli d’Italia a partecipare ad Atreju, ma solo in caso di un confronto diretto con me.
Atreju è sempre stata una casa aperta al dialogo, anche con chi la pensa diversamente. Sono quindi pronta a confrontarmi con l’opposizione. Ma ritengo che al confronto debba partecipare anche Giuseppe Conte”.
Zac! Una zampata da vero felino, che alliscia la chioma catramata dell’ex Avvocato del popolo e sputtana l’ipocrisia del centrosinistra: “Ci sono due ragioni. La prima è che Giuseppe Conte, a differenza di Elly Schlein, anche negli anni passati è venuto ad Atreju senza imporre alcun vincolo.
Lo ha fatto anche da Presidente del Consiglio. La seconda è che non spetta a me stabilire chi debba essere il leader dell’opposizione, quando il campo avverso non ne ha ancora scelto uno. Da parte mia, quindi, sono disponibile a un confronto unico con entrambi”.
Sapendo bene quanto la gruppettara del Nazareno smani per essere la leader del centrosinistra unito, la sora Giorgia ha invitato al dibattito anche il competitor del “campo largo”, Giuseppe Conte. Che non vedeva l’ora.
Ovviamente, Conte ha subito accettato. E così ha fregato la sua “alleata” Schlein, costretta a rinculare e chiamarsi fuori per salvare la faccia: in un confronto a tre, con Elly e Conte che si sfanculano sulla politica internazionale, dal riarmo all’Ucraina, e fanno a gara a chi spara la “putinata” o la “gazata” più grossa, Giorgia Meloni ne sarebbe uscita come una statista e avrebbe vinto a mani basse…
“Schlein ha sbagliato tutto. Il punto non è solo l’offesa agli alleati. È l’occasione persa per il Paese. Pensava di usare il giochino del format a due per imporsi come leader dell’opposizione. Ma la leadership non si autoproclama, non si impone con un artificio tecnico.
La leadership ti viene riconosciuta da una comunità politica. Ha confermato l’immagine di un PD supponente, radical chic, che guarda gli altri dall’alto in basso, finendo per offendere gli alleati. Ma soprattutto ha buttato via l’occasione di mettere davvero in difficoltà la Meloni sul suo fallimento: economia ferma, PIL allo zero virgola, industria in negativo e pressione fiscale in aumento. Schlein ha messo sullo stesso piano Conte – due volte premier – come fosse un Salvini qualsiasi.
E se n’è uscita dicendo che “possiamo anche portare Fratoianni e Bonelli”, come se fossero figure accessorie, quasi dei sottoposti. È un atteggiamento che irrita le basi di quelle forze e che non costruisce leadership. E se una comunità ti percepisce come arrogante, puoi scordarti che un giorno ti riconosca una premiership”. Così Rocco Casalino, storico portavoce del M5s e di Giuseppe Conte, sui social.
“Che il confronto con Meloni fosse in due o in tre non cambiava nulla: l’obiettivo era costringerla a rispondere sui numeri reali. Invece Schlein le ha offerto un alibi. Ma adesso Meloni non ha più scuse.
Il ritiro della Schlein non cambia la sostanza: Meloni ha detto di essere pronta a confrontarsi con l’opposizione, e FdI ha ripetuto che “chi governa bene non ha paura del confronto”. Perché allora scappare? “Se ora Meloni evita il confronto con Conte, sarà evidente che non cercava un dialogo nel rispetto degli italiani – che dopo tre anni hanno diritto di vedere finalmente un confronto vero – ma che voleva solo mettere in difficoltà le opposizioni”, conclude.
Giuseppe Conte non si tira indietro: nonostante la segretaria dem Elly Schlein si sia sfilata da un confronto a tre con Giorgia Meloni ad Atreju, il leader dei Cinque Stelle ci sarà (e Matteo Salvini indica come data di un eventuale dibattito anche con lui il 14 dicembre). Conte lo ha ribadito agli «Stati generali della ripartenza», intervistato da Luca Telese. «Confermo la mia disponibilità», ha detto.
E ha spiegato anche un retroscena sulla sua partecipazione: «Faccio una premessa: si rischia di sviluppare un teatrino anche stucchevole. Quando ero presidente del Consiglio sono andato ad Atreju. L’anno scorso sono stato invitato e sono andato. Ho chiesto la possibilità di avere un confronto con Meloni, ma è stato declinato. Quest’anno mi è stata richiesta una disponibilità a partecipare e l’ho data.
L’ho data già da qualche giorno. Ho chiesto anche quest’anno la disponibilità a un confronto con la presidente del Consiglio e anche quest’anno mi è stato detto che non era possibile», ha detto il presidente M5S.
«Poi c’è stato un elemento nuovo: che Elly Schlein ha chiesto un confronto pubblico con Meloni». Lo staff di Conte a questo punto viene contattato da Fratelli d’Italia e Conte apre a un dibattito a tre: «Scegliete voi, facciamo questo confronto ma io sono sempre disponibile. Ieri sera (giovedì, ndr) vengo a sapere che Elly Schlein saputo della mia presenza ha preferito ritirarsi. A me questo dispiace, perché dico la verità per me è importante che ci sia un confronto e potevamo farlo anche insieme a Schlein. Potevamo incalzare insieme la presidente del Consiglio».
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