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Conte sta con Trump e sconcerta l'intero campo largo

Critiche dai riformisti del Pd e da Avs, gelo del Nazareno.

Conte sta con Trump e sconcerta l'intero campo largo

Il leader M5s: “Lasciamo che a condurre il negoziato sull’Ucraina siano gli Stati Uniti”. Critiche dai riformisti del Pd e da Avs, gelo del Nazareno

I negoziati in corso sulla guerra in Ucraina agitano anche il campo largo. Con il presidente del M5s Giuseppe Conte che innesca la tensione tra i partiti di centrosinistra. “Lasciamo che a condurre il negoziato siano gli Stati Uniti”, scandisce il leader pentastellato al termine di una riflessione in cui certifica il “fallimento” del governo italiano e dei governi europei. “Hanno fallito puntando tutto sulla scommessa di una vittoria sulla Russia” a “colpi di invii di armi e di spese militari”, spiega parlando di un’Europa “completamente disorientata” e “senza alternative”. Parole che generano una bufera di critiche da ogni lato della coalizione, da Avs a +Europa, passando per i riformisti dem. Che vanno al duello con il leader 5S. La segretaria del Pd Elly Schlein, invece, preferisce non intervenire, lasciando al responsabile Esteri il compito di ribadire la linea del partito. “L’Italia stia con l’Europa per una pace giusta”,  precisa Peppe Provenzano. Mentre va avanti il battibecco a colpi di post e dichiarazioni al vetriolo.

Il primo ad attaccare è il segretario di +Europa Riccardo Magi, che definisce “inaccettabili e irresponsabili” le parole di Conte. “Mi pare che la sua valutazione si avvicini a quella di Trump”, insiste. Ma sono soprattutto i riformisti dem a organizzare l’offensiva. Con il senatore del Pd Filippo Sensi a dare il segnale di fuoco. “Ho letto una nota su Europa, Trump e Ucraina che pensavo fosse di Vannacci o Borghi. Sbagliavo”, scrive sui social con un riferimento “chiarissimo” alle parole dell’ex premier. “Ma sì, lasciamo che sia Trump a condurre il negoziato, e noi stiamone fuori! Lasciamo che sia lui, che tanto ha a cuore le sorti dell’Ucraina e il futuro dell’Europa.

Facciamo anzi che siano i russi a fissare direttamente le condizioni, così evitiamo di perderci del tempo”, affonda con ironia l’europarlamentare dem Giorgio Gori. Mentre il senatore Graziano Delrio affronta la questione senza perifrasi. “L’Europa non può e non deve rinunciare a giocare un ruolo per la pace in Ucraina, altrimenti rischiamo di legittimare la legge del più forte”, afferma. Tra i riformisti, c’è chi lamenta il silenzio della segretaria. Ma nel pomeriggio la linea del Pd arriva con il responsabile esteri Provenzano. Che, anche se non commenta direttamente le dichiarazioni di Conte, sottolinea: “Trump e Putin non si stanno mettendo d’accordo sulla fine della guerra, ma sulla fine dell’ordine internazionale basato sulle regole.

Oggi è l’Europa che sta ponendo ai tavoli negoziali le ragioni dell’aggredito e del diritto internazionale. E l’Italia è lì che deve stare per una pace giusta e duratura”. Il componente della segreteria dem si rivolge a Meloni, ma le sue parole risuonano anche nel botta e risposta interno alla coalizione. Che però non accenna a sfumare. Conte non lascia cadere nel vuoto la pioggia di critiche che arrivano dall’area centrista del Pd. E sui social contrattacca.

“Vedo che alcune anime belle si meravigliano delle mie dichiarazioni di oggi. Mi sono limitato a fotografare con rammarico quella che è la disastrosa situazione attuale. Gli Stati Uniti hanno vita facile a giocare una partita a proprio vantaggio, approfittando di una debolezza europea che ho sempre rimarcato fosse un danno per tutti noi”, puntualizza il leader 5S. Che aggiunge: “I farisei che hanno da ridire se hanno soluzioni alternative si facciano avanti e la smettano con le chiacchiere”. Ancora ironica la controreplica di Sensi, che posta sui social la locandina di un film con Beppe Grillo. E scrive: “Ci mancano solo i sepolcri imbiancati, era meglio l’originale”. Mentre da Avs Angelo Bonelli commenta con freddezza: “Non condivido la posizione di Conte del ‘lasciamo fare a Trump’. Penso invece che la spinta debba essere affinché l’Europa possa modificare una posizione che deve essere più negoziale”. Più tranchant il leader di Azione Carlo Calenda. “Conte-Salvini era decisamente una coppia naturale”, è il secco commento lasciato sui suoi social.

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