Anno: XXVI - Numero 178    
Mercoledì 17 Settembre 2025 ore 14:00
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Conte re senza rivali nel M5S

Venti aspiranti ma nessuno con chance: la corsa alla presidenza grillina è una formalità.

Conte re senza rivali nel M5S

Venti aspiranti ma nessuno con chance: la corsa alla presidenza grillina è una formalità

Entro il 10 settembre erano arrivate 77 autocandidature: il Comitato di garanzia ne ha falciate 56, lasciando in gara solo 20 aspiranti leader. Nomi quasi sconosciuti, curriculum che raramente superano il livello locale, profili che difficilmente riusciranno a raccogliere le 500 sottoscrizioni necessarie per arrivare al voto finale. Sullo sfondo, Giuseppe Conte: presidente uscente e, nei fatti, unico vero candidato credibile. Fino a lunedì 22 settembre alle ore 16 la base potrà esprimere il proprio endorsement, ma la sfida sembra una passerella. La promessa di democrazia interna si riduce così a un rito di legittimazione: la vecchia guardia non osa, le new entry non incidono, e il Movimento, nato per “mandare tutti a casa”, rischia di confermarsi ancora una volta come il partito personale dell’ex avvocato del popolo.

Chi sono gli sfidanti

La prima della lista – rigorosamente in ordine alfabetico -, Catherine Emilie Alfiniti, calabrese d’origine e giramondo di adozione, l’esperienza politica l’ha maturata tra le amministrazioni locali, i movimenti studenteschi e le liste civiche, ma sia alle politiche del 2022, sia alle regionali l’anno dopo in Lombardia non è riuscita a spuntarla. A seguire c’è Thomas Alì, che in dote porta ‘solo’ la giovane età: 26 anni e una laurea triennale in scienze giuridiche sono le carte che mette sul tavolo per sfidare il presidente. Qualche arma in più sembra averla Angelo Amato. Oltre a un progetto politico con tanto di slogan – ‘Sapere. Osare. Sentire’, il 60enne leccese vanta anche una menzione sul Blog di Beppe Grillo risalente al 25 aprile del 2025, e digli poco.

Poi c’è Emanuele Amoruso, uno che con il Movimento 5 stelle ci è cresciuto: dai meetup del 2012 alle parlamentarie dieci anni dopo, il 34enne campano potrebbe essere premiato per la sua costanza. Un po’ come Paolo Bati, che si presenta professando amore eterno ai pentastellati: “Movimento5stelle avanti nonostante tutto e tutti” e “M5stelle tutta la vita”, sono i suoi cavalli di battaglia. Leggermente diversi da quelli di Jean François Camille Boudard, che invece è un europeista e federalista convinto, o perlomeno così scrive.

Maria Rosaria Calascibetta, sarda e commercialista, sfida Conte perché si è “sempre riconosciuta nei suoi valori e nelle battaglie che porta avanti” il Movimento 5 stelle, ma ammette anche di non avere nessuna esperienza politica, e questo nonostante alle “Europarlamentarie del 2024, ero l’unica candidata donna per tutta la Sardegna”. Chi lo fa invece perché è proprio contro il nuovo corso del movimento, invece, è Valeriano Celiberto, attivista fin dalla fondazione, ma “assolutamente in disaccordo con l’attuale linea strategica M5s che, distaccandosi dal virtuale ‘uno vale uno’, si è appoggiata al sistema territoriale baronale, metodo contro cui il M5S fu fondato, contro cui ha combattuto e che snatura completamente il concetto di Democrazia diretta”.

Riccardo Dominici, 55 anni compiuti il 3 settembre come precisa lui stesso, forse è confuso, perché più che stilare il manifesto del suo movimento, nella presentazione spiega perché si vorrebbe candidare alle prossime regionali in Toscana del 2025. Fuori luogo e anche fuori tempo. Esattamente come Daniele Giove, che invece vorrebbe correre per il rinnovo del Consiglio regionale della Campania.

Chi rimane sul punto, invece, è (ancora) Vincenzo Evangelista, nato a New York negli anni di Kennedy. Lui si gioca la sua fiches puntando tutto sul suo “bagaglio culturale e soprattutto etico per far ritornare l’Italia ai fasti di un tempo che stridono con la situazione attuale di stallo politico e amministrativo dovuto a un decadimento morale della classe dirigente, dove la politica clientelare ha soffocato le aspirazioni e la qualità della vita”.

Quanto a Paolo Gallo, beh, dalla sua ha sette articoli pubblicati sul Blog del Fatto quotidiano e un 100 alla maturità, mentre Laura Giardina segue molto i dibattiti politici. Ma è Giampaolo Gottardo, 81 primavere alle spalle, quello che ha fatto di più: “Ho inserito nel blog 5 stelle prima e poi il blogdellestelle poi circa 200 suggerimenti negli anni come g.gottardo@libero.it e ultimamente come g.gottardo.g@gmail.com in quanto la password come libero nel blog non funziona (informai più volte Rousseau ma non fu sistemata) – scrive nel suo curriculum da attivista -; ho inserito una proposta di legge Lex iscritti ma e’in attesa da un po’ di mesi; sono stato a Rimini ed ho cercato di consegnare una busta con elaborati a Beppe ma non ci sono riuscito; ho partecipato di recente alle stelline a Milano ed ho consegnato al Capo Politico un modello su carta sulla differenza Movimento – Partiti; ho mandato a casaleggio.davide@casaleggio.it 4 email circa nei mesi con anche allegati ma senza risposta”, e quindi “ora mi iscrivo al fine forse di poter essere utile nella logicizzazione delle azioni ed della missione del movimento”, qualunque cosa significhi.

La carta di elettore “sin dal principio” la gioca Marco Marconi, mentre Pasqualino Mattaliano non nega un passato con altre forze politiche: “In pensione mi sono dedicato alla divulgazione territoriale del programma di Idv, durante il quale sono stato proposto nella lista al Senato di Idv. Ma ha fatto seguito la crisi del governo Prodi, provocata dalla fuoriuscita di Mastella, da ministro della Giustizia”. Come lui c’è anche Pasquale Pietro Palumbo, che prima di essere folgorato sulla via di Grillo e Casaleggio, era segretario cittadino di Sel durante il primo mandato di Vendola in Puglia. Neo? Dice di essere attualmente collaboratore “della nostra portavoce alla Camera Marialuisa Faro”, che però manca da Montecitorio dal 2022 e prima di andarsene ha seguito Luigi Di Maio nella scissione con Insieme per il futuro, e poi ha aderito a Sud chiama Nord.

Per la massima ‘dulcis in fundo’, ecco Maria Montisci, sarda, residente nelle Marche e legatissima a fratelli, cognate, nipoti, e “a papà che ha 92 anni e, fino a pochi mesi fa, avevo pure una zia, la sorella di papà, che aveva 99 anni e 1/2 e che rimane sempre un mito nel mio cuore, oltre che per un valore affettivo, anche perché ha potuto raccontarmi le vicende dell’Italia di un secolo tutto”, che si definisce “una Maria e mi piace pensare a Maria di Nazareth che rispose ‘Eccomi…’ e non disse ‘Ma noh, fallo fare all’altra Maria ché io non conosco uomo…'”. Giacomo Palumbo, “siciliano, adottato dalla città di Bologna dopo la laurea, 40 anni, cantautore, in arte Jack Cardigan”. E Tommaso Romagnoli, l’unico forse che è stato eletto per davvero con il Movimento 5 stelle.

Adnkronos

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