Anno: XXVI - Numero 216    
Lunedì 10 Novembre 2025 ore 13:30
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Cari compagni, ci risiamo: Mamdani subito incoronato papa straniero

Tra le malattie infantili della nostra sinistra c'è l'eterna ricerca di una figura salvifica.

Cari compagni, ci risiamo: Mamdani subito incoronato papa straniero

Beh, lo si sappia dall’inizio: non potrà essere il nuovo sindaco di New York “il nuovo Romano Prodi” che porti il centrosinistra italiano a nuove vittoriose soddisfazioni elettorali

Lo si sappia dall’inizio: Zohran Mamdani, “socialista”, “musulmano”, nuovo primo cittadino di New York non potrà essere, come dire, “il nuovo Romano Prodi” che porti il centrosinistra italiano a nuove vittoriose soddisfazioni elettorali.

Tra le malattie infantili della nostra sinistra, non necessariamente “comunista”, ed è il caso di dirlo proprio oggi, 7 novembre, anniversario della rivoluzione d’ottobre, vive l’idea, sia pronunciato con formula prosaica, del “papa straniero”. Sorta di risaputa figura salvifica, in possesso di tutto l’occorrente umano e soprattutto politico destinato, vuoi per empatia vuoi per reale talento e capacità di convincimento rispetto a ogni perplessità altrui, al consenso benché altrove domiciliato e residente, tuttavia, nonostante tali distanze geo-topografiche, pronto appunto a salvare e insieme ancor meglio ricomporre i cocci delle mancate fortune, diciamo ancora, riferite alle urne.

Il recente trionfo di Zohran Mamdami nella sua New York è stato prevedibilmente salutato da noi, nel contesto di cui sopra, sotto questa prevedibile entusiastica forma. Quasi che, sia concessa l’iperbole, Manhattan, Queens, Bronx e perfino Brooklyn rientrino nella circoscrizione del quartiere Prati di Roma o, volendo estendere l’ambito territoriale, fino a Partinico, pensando al Sud, e magari Segrate immaginando il Nord.

Mentre diciamo così, tornano subito in mente i trascorsi entusiasmi per lo spagnolo vittorioso un tempo Zapatero, cui non meno infantilmente, sempre a suo tempo, venne addirittura intestato un film che ne glorificava il cognome nuovamente salvifico sia pure fatte non meno salve le rispettive distanze. In questa predisposizione mentale prossima al candore volterriano, vive, si sappia, presumibilmente un’idea “miracolistica”, quasi che, come l’apprezzato San Gennaro o piuttosto Santa Rita da Cascia, patrona insieme alle sue mistiche rose dei miracoli impossibili, costui, sempre e proprio il “papa straniero”, abbia poteri politici taumaturgici, tali da risultare risolutivi rispetto alle carenze e alle lacune politiche di chi vorrebbe ambire al governo di questo o quell’altro territorio che ritiene proprio.

Si potrà certo dire che la sinistra, storicamente figlia di un pensiero comunque positivista, quindi in ogni caso post-illuministico non dovrebbe essere soggetta a questo genere di sensazioni, suggestioni, convincimenti, come dire, apotropaici; ma altrettanto in questo senso occorre ricordare che la stessa rivoluzione francese, sebbene nata da presupposti borghesi, dunque spiccatamente materialistici, Robespierre era avvocato, a un certo punto ebbe una sua “svolta mistica”, innalzando la “Festa dell’Essere supremo”. I più crudeli e infami diranno che presumibilmente quando si ricorre al “papa straniero” ciò segnalerebbe la presenza di un personale inadeguato, inadatto a mostrarsi convincente perfino sul piano della semplice “comunicazione”, ignorando appunto la nostra riflessione che trascende il dato immediato, ma prova ad andare all’origine del nodo. Il versatile Mamdani, col suo entusiasmo giovanile, nonostante faccia riferimento al socialismo in una nazione che si è contraddistinta per la “caccia alle streghe” negli anni del cosiddetto maccartismo, nonostante si dichiari espressamente, ripeto, “socialista“ nella situazione data agli occhi di coloro che attendono il “miracolo” sembra essere una benedizione del cielo, e poco male che si sappia che New York City, così come altri luoghi come la California, non possono essere assimilata all’America tutta. O i fiduciosi attribuiscono agli insulti prontamente lanciati da Donald Trump nei confronti del sindaco vittorioso un segno di una sicura riscossa. Era dunque, ahimè, del tutto prevedibile che Elly Schlein, forte del suo candore politico e di un lessico che non potrà mai fare breccia e porsi antagonistico nei confronti del quell’altro lessico populista invincibile di Giorgia Meloni, si precipitasse subito alla destra di Mamdani. Si è già detto che il sogno del “papa straniero” è l’ennesima malattia infantile di una sinistra che annaspa. “Se c’è un sindaco mussulmano a N.Y. allora ne vorrei vedere anche uno cattolico regolarmente eletto a Teheran” così scrive sui social una signora che certamente deve avere caro il centrodestra sotto un’immagine che mostra la Statua della Libertà coperta da un burqa. Il candore, se non il fideismo caro alla sinistra, purtroppo, non possono essere perseguiti per legge.

di Fulvio Abbate su Huffpost

 

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