Presentazione della terza edizione del manuale del manuale “La Cassazione civile. Lezioni dei magistrati della Corte suprema italiana”
Masi (CNF): "Occasione per riflessione comune sulla giustizia"
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Al Consiglio nazionale forense si è svolta la prima presentazione della terza edizione del manuale “La Cassazione civile. Lezioni dei magistrati della Corte suprema italiana”, alla presenza del presidente della Corte costituzionale, Mario Morelli, tra gli autori del volume, e del primo presidente della Corte di cassazione, Pietro Curzio, curatore della pubblicazione, entrambi alla prima uscita pubblica. Il libro, curato dal primo presidente della Cassazione, Curzio e dai consiglieri Maria Acierno e Pietro Giusti, nasce con una finalità precisa: si tratta, infatti, delle lezioni che la Corte di cassazione organizza per i magistrati neo-cassazionisti, tenute da magistrati della stessa Corte. Per la presidente facente funzioni del Cnf l’occasione rappresenta “l’opportunità per una riflessione comune tra magistrati, avvocati e accademia su temi e interrogativi utili ad ogni giurista, e che oggi, mentre il Paese attraversa una fase straordinariamente difficile, assume un significato ancora più ampio. Il tratto che emerge – ha detto la presidente Masi nel suo indirizzo di saluto – è l’approccio empatico alla domanda di giustizia, essenziale se le si vuole garantire il ruolo che le compete. Penso, ad esempio, alla sentenza come narrazione, nell’ambito della tutela alla persona. Proprio in questi giorni – ha proseguito la presidente del Cnf – il tema della giustizia, o meglio, di riforma della giustizia si ripropone in tutte le sue declinazioni. Una riforma, affinché possa considerarsi tale, non può prescindere dal ripensamento e dalla riorganizzazione dell’intero settore, parallelamente a un ripensamento culturale e del modo di operare anche di magistrati e avvocati. È essenziale – è la conclusione della presidente Masi – nell’interesse comune, proseguire e migliorare la collaborazione dei soggetti coinvolti sui quali ricade la responsabilità di far funzionare la giurisdizione. Collaborazione che per noi rappresenta non un auspicio, ma un impegno che, sono certa, sarà condiviso”.
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