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Gli ordini degli avvocati contro le specializzazioni forensi.

Quelli di Roma e di Napoli sono in procinto di presentare ricorso al Tar contro il decreto che ha istituito le nuove specializzazioni per gli avvocati, pubblicato lo scorso 12 dicembre

Gli ordini degli avvocati contro le specializzazioni forensi.

Gli ordini degli avvocati contro le specializzazioni forensi. Almeno (per ora) quelli di Roma e di Napoli. I due Coa, infatti, sono in procinto di presentare ricorso al Tar contro il decreto che ha istituito le nuove specializzazioni per gli avvocati, pubblicato lo scorso 12 dicembre in Gazzetta ufficiale (si veda ItaliaOggi del 15 dicembre scorso). Alla base del ricorso, come già in passato, la contrapposizione tra ordini e associazioni maggiormente rappresentative in merito alla possibilità di procedere autonomamente alla definizione dei corsi formativi necessari per ottenere il titolo di specialista.

Il Coa di Roma evidenzia infatti vari profili di illegittimità con riferimento alla previsione che gli ordini, per partecipare al percorso formativo dei futuri specialisti, debbano stipulare apposite convenzioni con le associazioni specialistiche maggiormente rappresentative, laddove la legge riconosce agli ordini la facoltà di farlo e, dunque, la possibilità di procedere anche autonomamente, al pari del Consiglio nazionale forense, senza necessità del consenso di soggetti privati: «la disposizione regolamentare appare violativa dell’art. 9 legge 247/2012 ed ingiustamente offensiva e penalizzante per gli ordini che sono addirittura esclusi dal percorso formativo dei futuri specialisti nei settori dove, non esistendo associazioni specialistiche maggiormente rappresentative, sono addirittura nell’impossibilità di stipulare convenzioni all’uopo abilitanti», l’opinione degli avvocati capitolini. Si dovrà quindi discutere di nuovo davanti a un tribunale il destino delle specializzazioni forensi. Il primo decreto che le ha istituite, in attuazione di quanto previsto dall’ordinamento professionale (legge 247/2012), era stato pubblicato già nel 2015, ma poi fu bocciato prima dal Tar Lazio e poi dal Consiglio di stato. In quel caso, veniva contestata la suddivisione delle materie di specializzazione, invitando ad individuarne altre, nonché le modalità di svolgimento del colloquio per dimostrare la comprovata esperienza, troppo appannaggio del Cnf. Il Consiglio nazionale ha così provveduto a definire un nuovo regolamento per le specializzazioni. Il testo ha già avuto l’ok preventivo dal Consiglio di stato e dalle commissioni parlamentari quasi un anno prima della sua pubblicazione.

La questione sollevata dal Coa di Roma è una degli aspetti più divisivi in merito alle specializzazioni forensi, ovvero chi potrà organizzare i corsi necessari a ottenere i titoli. Dal regolamento, si evince che i Coa e il Cnf dovranno stipulare delle convenzioni con le associazioni maggiormente rappresentative per organizzare i corsi. I Coa reclamano invece piena autonomia, mentre alcune associazioni maggiormente rappresentative avevano già in passato sollevato dubbi sulla possibilità di estendere la facoltà di organizzare i corsi (a pagamento) ad altre realtà.

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