Anno: XXVI - Numero 229    
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Rinvio Iva al 2036: vittoria per gli enti associativi e del terzo settore

settore Il Governo posticipa di dodici anni l’obbligo Iva per associazioni ed enti non profit, accogliendo le richieste di Confassociazioni e garantendo sostenibilità amministrativa a migliaia di realtà del volontariato.

Rinvio Iva al 2036: vittoria per gli enti associativi e del terzo settore

Confassociazioni e Confassociazioni Salute e Terzo Settore esprimono profonda soddisfazione per la decisione presa dal Governo nell’ultimo Consiglio dei ministri, di rinviare al 1° gennaio 2036 l’entrata in vigore del regime IVA obbligatorio per associazioni, organizzazioni non profit, Enti del Terzo Settore e realtà associative di base.

“Si tratta di una scelta saggia e importante – ha dichiarato Angelo Deiana, Presidente di Confassociazioni – e di una grande vittoria per l’intero mondo del Non Profit, che da anni sostiene la necessità di un approccio più realistico rispetto alla funzione sociale svolta da milioni di volontari e operatori in tutto il Paese”.

“Ma soprattutto il rinvio al 2036 – ha continuato Deiana – è il risultato concreto di un lavoro pluriennale di Confassociazioni. Già nel 2021 avevamo lanciato un appello chiaro al Governo e al Parlamento per chiedere il rinvio degli obblighi IVA a carico di associazioni e volontariato. Oggi, grazie all’ascolto delle Istituzioni, si concretizza la tutela della sostenibilità amministrativa ed economica di migliaia di enti e di piccole associazioni (oltre 360 mila in Italia, secondo ultimi dati ISTAT) che operano per l’interesse generale del Paese”.

“Questo lungo rinvio – ha aggiunto Massimo Maria De Meo, Presidente di Confassociazioni Salute e Terzo Settore – non è un solo un atto tecnico: è il frutto di un impegno collettivo. Dal Lazio all’intero territorio nazionale, abbiamo coinvolto associazioni, reti civiche, professionisti, volontari e mondo accademico aprendo tavoli, promuovendo analisi, condividendo dati e seri elementi tecnici con Governo, Parlamento e Ministeri. La nostra mobilitazione ha trovato ampia risonanza mediatica e territoriale grazie anche al contributo di realtà come Informazione Quotidiana, che proprio dal 2021 ha sempre dato voce alle nostre istanze, sostenendo la raccolta di adesioni e posizioni da parte di decine di associazioni in tutta Italia”.

“Come auspicato da Confassociazioni, il rinvio al 2036 – ha continuato De Meo – offre finalmente l’opportunità di tempi adeguati sia per una revisione organica del trattamento fiscale degli enti non profit che per interventi di semplificazione amministrativa e di riduzione degli oneri burocratici. La nostra Confederazione, nelle sue articolazioni settoriali e territoriali, si dichiara pronta a contribuire ai tavoli di confronto in modo da costruire una riforma strutturale utile a definire chiaramente i confini tra attività commerciale e attività di interesse generale come pure a riconoscere la specificità del volontariato e delle associazioni di promozione sociale e garantire l’equità fiscale senza snaturare la missione degli ETS.

“Il rinvio al 2036 dell’obbligo IVA non è quindi una semplice proroga – ha concluso il Presidente Deiana – ma il riconoscimento strategico del ruolo sociale del Terzo Settore. Congiuntamente a Confassociazioni Salute e Terzo Settore, in attesa di leggere il testo definitivo in Gazzetta Ufficiale, ribadiamo il nostro impegno nel difendere sempre la sostenibilità e l’importanza di questo grande attore sistemico del nostro Paese”.

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