Le opzioni elitarie di Cassa Forense
In questi ultimi tempi Cassa Forense ha fatto alcune opzioni elitarie.
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Il requisito per beneficiare delle prestazioni assistenziali è la regolarità degli adempimenti dichiarativi e contributivi salvo le deroghe previste tra le quali vi è la copertura sanitaria assicurativa dei gravi eventi morbosi, dei grandi interventi chirurgici e degli interventi e accertamenti di medicina preventiva nonché la copertura assicurativa per lungodegenza, premorienza e infortuni, perché beneficiari di queste prestazioni sono tutti gli iscritti in regola con le comunicazioni reddituali nel decennio anteriore l’indizione della gara (cioè basta l’invio del Modello 5).
Ora è accaduto che:
L’attuale copertura della polizza di tutela sanitaria sottoscritta con le compagnie assicuratrici Unisalute, Reale Mutua e Poste Assicura, in scadenza al 31.03.2024, è stata prorogata fino al 30.09.2024 ma, tenuto conto della durata semestrale della proroga, sia i premi che i massimali di copertura vengono ridotti al 50%, mentre rimangono invariate tutte le prestazioni previste in garanzia. La polizza sanitaria collettiva base è automatica e gratuita per tutti gli avvocati, praticanti e pensionati iscritti a Cassa forense in regola con le dichiarazioni reddituali.
Poiché i bandi sono per lo più elitari, perché destinati a chi è in regola con l’invio del Modello 5 e soprattutto con il versamento dei contributi, bastava ridurre un po’ il budget destinato ai bandi per aumentare il premio della polizza base per garantire a tutti i precedenti massimali.
Evidentemente il Consiglio di Amministrazione è andato di tutt’altro avviso ma questo non fa che aumentare la divaricazione tra l’élite, pari al 7% degli iscritti (che non ha certo bisogno della copertura sanitaria di base), e tutti gli altri.
L’altra opzione elitaria è il tentativo di passare al criterio di calcolo contributivo della pensione, non in pro rata per tutti, ma per anzianità, tentativo che pare stoppato dai Ministeri vigilanti ma, come chiosava il tecnico Trapattoni, “non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco”.
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