Anno: XXVI - Numero 212    
Mercoledì 5 Novembre 2025 ore 14:30
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La socializzazione delle perdite

L'emblematica storia del Fondo Casella.

La socializzazione delle perdite

Fonti istitutive e costitutive del Fondo Casella sono le Organizzazioni sindacali rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori.

Con provvedimento del 23.10.2009, la COVIP ha riconosciuto al Fondo Casella la personalità giuridica.

Con provvedimento del 19.11.2020, la COVIP ha disposto lo scioglimento degli organi di amministrazione e di controllo del Fondo e lo ha così sottoposto alla procedura di amministrazione straordinaria, nominando il commissario straordinario e il comitato di sorveglianza, i quali si sono insediati a dicembre 2020.

L’incarico affidato agli organi dell’amministrazione straordinaria è stato quello di curare il funzionamento e l’organizzazione della struttura amministrativa del Fondo, nonché di valutare e verificare la prospettica sostenibilità della forma pensionistica.

Il Fondo Casella eroga trattamenti pensionistici complementari a favore dei lavoratori per i quali trova applicazione il CCNL per i dipendenti di aziende editrici e stampatrici di giornali quotidiani ed agenzia di stampa.

Alla data del 31.12.2024 erano iscritti al Fondo Casella 1.650 lavoratori in servizio e di tali 1.650 lavoratori, in 477 risultavano iscritti al Fondo alla data del 31.12.1994 e hanno dunque maturato una quota di pensione a ripartizione cui avranno diritto al momento del pensionamento.

In via ordinaria, la contribuzione attualmente prevista è pari complessivamente al 23,45% della retribuzione, di cui il 22,95% a carico del datore di lavoro e 0,50% a carico del lavoratore.

Alla data del 31.12.2024 il Fondo Casella ha in essere l’erogazione di complessivi n. 17.285 trattamenti pensionistici per una spesa pensionistica complessiva, relativa al 2024, pari ad € 12.770.429 e un trattamento pensionistico medio annuo, per singolo beneficiario, pari ad € 1.192.

Nel corso del 2024 il Fondo ha incassato versamenti contributivi per complessivi € 13.033.505.

Sono altresì presenti e iscritti al Fondo Casella, sempre alla data del 31.12.2024, n. 1.676 posizioni relative agli iscritti cd. silenti cioè iscritti che hanno cessato i requisiti di partecipazione al fondo e che, al momento della cessazione dei requisiti di partecipazione, avevano maturato un’anzianità contributiva al fondo inferiore ai 10 anni, previsti come requisito minimo per l’accesso alle prestazioni pensionistica. Infatti i cd. silenti hanno un’anzianità media di iscrizione al Fondo Casella di tre anni e una posizione individuale media di € 1.880.

Alla data del 31.12.2024, il patrimonio a disposizione della gestione di solidarietà e della gestione a capitalizzazione del Fondo Casella è pari complessivamente ad € 55.402.984. A fronte di tale patrimonio, le pretese previdenziali gravanti sul Fondo Casella sono state stimate in misura pari a 284,5 milioni di euro, evidenziando allo stato uno sbilancio di circa 229 milioni di euro con un tasso di copertura che si approssima a circa il 19%.

A fronte di questa situazione, in data 02.12.2024 le fonti istitutive del Fondo Casella hanno sottoscritto l’accordo collettivo per la liquidazione volontaria del Fondo Casella e per la prosecuzione della forma pensionistica complementare presso il fondo pensione BYBLOS – Fondo nazionale pensione complementare per i lavoratori delle aziende esercenti l’industria della carta e del cartone, delle aziende grafiche ed affini e delle aziende editoriali.

Con la stipula di tale accordo, le fondi istitutive hanno ritenuto di poter offrire agli attuali iscritti e pensionati del Fondo Casella un trattamento migliorativo di quanto sarebbe possibile in una procedura liquidatoria che avvenisse in assenza dell’accordo medesimo.

A questo punto è del 4 novembre 2025 la notizia che il Coordinamento nazionale lavoratori iscritti al Fondo previdenza quotidiani “Fiorenzo Casella” ha riaffermato il dato incontestabile della natura obbligatoria dell’ente pensionistico, l’impossibilità di considerarlo un fondo complementare volontario e, di conseguenza, la necessità di un intervento dello Stato, nella sua funzione di garante in ultima istanza della previdenza sociale, attraverso l’INPS, a salvaguardia dei versamenti effettuati dai lavoratori.

Di fronte ad un funding ratio (rapporto tra debito latente e patrimonializzazione) al 19% mi pare inevitabile la confluenza nell’INPS ma questo rientra nell’operazione, vista altre volte, della privatizzazione degli utili e della socializzazione delle perdite e dovrebbe essere un monito per tutte le Casse di previdenza che hanno un funding ratio insufficiente.

 

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