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I soldati russi ora chiedono aiuto agli avvocati per disertare

Mikhail Benyash, avvocato russo, racconta a Meduza: "Il rifiuto è legale. Se fossimo in guerra i loro contratti potrebbero essere cambiati, ma la Russia sta facendo un'operazione militare"

I soldati russi ora chiedono aiuto agli avvocati per disertare

“Se ci fosse un conflitto in corso, o una situazione di emergenza, o la legge marziale, allora i termini contrattuali potrebbero essere cambiati senza il consenso degli interessati, Ma qui non c’è un conflitto, c’è solo una “operazione militare speciale”. E la legge non prevede niente in merito. Quindi, tu ufficiale della Rosgvardia puoi andare in Ucraina, ma solo se sei d’accordo”. Mikhail Benyash è un giovane avvocato russo. A lui si sono rivolti 12 ufficiali della Guardia nazionale russa di Krasnodar che si sono rifiutati di seguire gli ordini del loro comandante che li voleva tra le file del’armata contro l’Ucraina. Da settimane ormai si rincorrono le notizie di militari russi renitenti, disertori che si stanno rifutando di combattere contro l’Ucraina. Ed ora sono intenzionati anche a combattere una battaglia legale per i loro diritti. I 12 ufficiali della Guardia Nazionale di Krasnodar, impegnati in esercitazioni in Crimea, il 25 febbraio hanno ricevuto l’ordine di partenza per l’Ucraina, ma hanno risposto che intendevano restare in Crimea. E l’avvocato Benyash spiega al quotidiano indipendente Meduza che il 1 marzo i soldati sono stati licenziati “per mancata esecuzione degli ordini”. Quindi si sono rivolti ai tribunali, per cercare di ripristinare il loro diritto al lavoro. Cosa che, sottolinea l’avvocato, è possibile, “perché la Russia non si trova in Guerra ma in una operazione militare speciale”. “In caso di conflitto armato, situazione di emergenza o legge marziale, i termini del contratto potrebbero essere modificati senza il loro consenso per sei mesi. Ma non abbiamo un conflitto armato o una guerra, è solo una “operazione militare speciale”. La legge non dice nulla a riguardo. Puoi andarci [come ufficiale Rosgvardia], ma solo se sei d’accordo” dichiara Benyash.

L’avvocato racconta di aver ricevuto 200 richieste di aiuto da parte di soldati russi. E continuano ad aumentare i numeri di coloro che si rivolgono agli avvocati per non andare a combattere in Ucraina, ma al contempo poter continuare a lavorare. “Si stanno già rifiutando in massa. È solo che avevano paura che quello che stavano facendo fosse illegale. E ora sapranno che c’è una base legale per questo” commenta l’avvocato. In effetti c’è un riifuto di massa, che va dalla Siberia al Caucaso del Nord. “La gente non vuole uccidere o essere uccisa. Quando sono stati assunti per la prima volta, i loro contratti riguardavano qualcosa di leggermente diverso. Inoltre, Rosgvardia ha funzionato in modo diverso. Questi ragazzi non possono sparare missili terra-aria, non possono azionare carri armati. Cosa faranno contro un esercito addestrato? E con cosa, una mazza e uno scudo? Il loro compito è disperdere i sostenitori di Navalny, e in questo hanno fatto un ottimo lavoro. Questa guerra è qualcosa di diverso” argomenta Benyash.

Un altro avvocato russo, Pavel Chikov, ha dato notizia su Telegram di “storie analoghe in Crimea, a Novgorod, Omsk, Stavropol”. “Altre persone stanno cercando assistenza legale per non dover ubbidire all’ordine di partenza per il fronte ucraino. Perché un conto è essere impiegati contro il terrorismo e la criminalità organizzata, un altro è la guerra”. La Guardia Nazionale era stata istituita nel 2016 con questi compiti, che poi si erano allargati alla repressione dei movimenti di piazza antigovernativi. Ma evidentemente la guerra è troppo persino per la rude Rosgvardia.

Le notizie di rifiuti a combattere o rivolte da parte dei soldati russi arrivano da ogni parte. Il capo del servizio di spionaggio britannico del GCHQ Jeremy Fleming ha dichiarato lo scorso mercoledì che i servizi segreti hanno mostrato che alcuni soldati russi in Ucraina si erano rifiutati di eseguire gli ordini, hanno sabotato il proprio equipaggiamento e abbattuto accidentalmente uno dei propri aerei. Il team di Aleksej Navalny, l’attivista che in questi giorni si è visto respingere una richiesta di scarcerazione, inoltre, ha diffuso l’audio di un colloquio tra russi intercettato forse in Ucraina. Dall’audio si evince che le forze speciali russe dei distaccamenti di Irkutsk, Omsk e Novosibirsk si sono rifiutate di combattere in Ucraina, presentando rapporti di smobilitazione di massa.

di  Huffpost

 

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