Calderone: "Bene quota 100 ma adesso serve Testo unico delle pensioni"
L'intervista alla presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro
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“Le continue modifiche delle norme pensionistiche, spesso incerte nella loro durata, dovrebbero lasciare il passo a un unico e certo cantiere di riforma che produca un ‘testo unico delle pensioni’, affidabile e soprattutto comprensibile rispetto a norme stratificate, fra loro non coordinate e distribuite su un arco temporale molto ampio”. Così Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, intervistata da Adnkronos/Labitalia, interviene sul dibattito sul sistema pensionistico e sulle possibili riforme dopo la decisione del governo di accantonare quota 100.
Anche se, secondo Calderone, “la pensione anticipata Quota 100 ha avuto effetti benefici sul nostro mercato del lavoro; anche se questa misura ha sofferto di alcuni limiti che ne hanno depotenziato l’efficacia”.
Limiti che per Calderone, che è anche presidente del Comitato unitario delle Professioni, consistono “nel primo aspetto critico, che si è rivelato quella della sua temporaneità, unito anche a una diffidenza sul vantaggio dei calcoli di liquidazione di questa forma pensionistica. Molti lavoratori hanno infatti percepito che la sperimentazione, di durata triennale, potesse essere interrotta in corso d’opera creando timori su una nuova stagione di esodati”.
“Al contempo, più fonti hanno diffuso l’idea, non radicata nella norma e nella prassi, di un calcolo penalizzante -spiega ancora Calderone- che invece non era contenuto negli ingredienti di questa forma di pensionamento”.
E secondo Calderone un “altro tassello che la stagione di Quota 100 ci suggerisce di mettere a posto è quello del coordinamento con i datori di lavoro e il mondo delle imprese; il pensionamento anticipato Quota 100 non è stato sufficientemente inserito ‘a sistema’ in meccanismi di esodo e prepensionamento che si propongano quali strumenti efficaci per un vero passaggio di testimone fra generazioni. In particolare, il dl 4/2019 ha previsto un sistema di esodo solo attraverso i fondi di solidarietà bilaterali, a oggi attivi per un numero limitato di comparti produttivi (credito, assicurazioni, poste etc.), ma non accessibili a tutti i datori di lavoro”.
In definitiva, conclude Calderone, “il pensionamento anticipato in Quota 100 si è proposto di sanare le rigidità di un panorama pensionistico determinate dalla riforma di fine 2011 che le precedenti stagioni dell’Ape privato e sociale non erano forse riuscite fino in fondo a temperare. Il traguardo è stato raggiunto solo in parte, visti i numeri ridotti delle adesioni registrate da questa forma di pensione, mancando soprattutto un sistema di triangolazione profondo con il mondo delle imprese”, conclude.
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