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Un giovane su 3 non conosce il suo medico di famiglia

Il progetto “la salute tiene banco” di Fondazione GIMBE guida gli studenti al corretto uso del servizio sanitario nazionale.

Un giovane su 3 non conosce il suo medico di famiglia

«La battaglia in difesa del diritto costituzionale alla tutela della salute – dichiara Nino Cartabellotta,

Presidente della Fondazione GIMBE – deve coinvolgere anche i più giovani, a partire dall’età scolastica: con il progetto “La Salute tiene banco” intendiamo fornire ai nostri ragazzi gli strumenti indispensabili per crescere quali cittadini consapevoli dei propri diritti e capaci di preservare la propria salute».

«Nel gennaio 2023 la Fondazione GIMBE ha dato il via a questo progetto – spiega Elena Cottafava,

Segretaria Generale della Fondazione e responsabile de “La Salute tiene banco” – che mira a diffondere tra i ragazzi l’approccio globale alla salute, a migliorare l’alfabetizzazione sanitaria, a fornire gli strumenti per contrastare le fake news sulla salute e conoscere ed utilizzare in maniera consapevole il Servizio Sanitario Nazionale». Ad oggi hanno partecipato agli incontri oltre mille studenti e studentesse degli istituti superiori di Bologna che, mediante quiz interattivi, hanno risposto a domande sul funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale, oltre che sulle attività di prevenzione e sulle prestazioni garantite alla popolazione, al fine di disporre di dati oggettivi su quanto i giovani conoscano realmente la sanità pubblica.

Metodi. Nel periodo febbraio 2023-febbraio 2024 si sono tenuti 8 incontri che hanno coinvolto 775

studenti degli ultimi anni delle scuole superiori. Durante gli incontri tramite la piattaforma Mentimeter è stata condotta una survey di 10 domande, alla quale hanno risposto un numero di studenti compreso tra 229 e 400 (margine di errore compreso tra +/-3,4% e +/-5,4%).

Risultati. Si riportano di seguito le risposte più significative, rimandando all’appendice per il report

completo della survey.

  • Quali sono i protagonisti della salute? Nell’89,2% dei casi gli studenti hanno correttamente individuato

che i protagonisti della salute, secondo la moderna visione One Health, sono uomini, animali e

ambiente. «Un dato – commenta Cartabellotta – che dimostra quanto la drammatica esperienza della

pandemia COVID-19 abbia sensibilizzato le nuove generazioni all’approccio globale alla salute: dove

quella dell’uomo, degli animali e dell’ambiente sono strettamente correlate e interdipendenti».

  • È presente in tutto il mondo un modello di Servizio Sanitario Nazionale analogo al nostro? Per l’87,5%

in nessun altro paese del mondo esiste un modello come il nostro Servizio Sanitario Nazionale. «La

consapevolezza dei giovani sull’unicità di un modello di SSN basato su princìpi di universalismo, equità e

uguaglianza e finanziato con la fiscalità generale – commenta il Presidente – ci fa comprendere quanto

questo pilastro della nostra democrazia sia radicato anche nelle menti dei più giovani».

  • Conoscete il vostro Medico di Medicina Generale (MMG)? Uno studente su 3 non ha mai visto il

proprio medico di famiglia, che rappresenta il primo “punto di accesso” al SSN. «Il fatto che un giovane

su tre non conosca il proprio MMG – commenta Cartabellotta – invita a riflettere sull’attuale modello di

passaggio dal pediatra di libera scelta al MMG. Un passaggio esclusivamente “burocratico”, dove non

esiste alcuno scambio di informazioni tra chi ha seguito prima il bambino e poi l’adolescente (il

pediatra) e chi deve assisterlo dai 14 anni in poi (il MMG). Peraltro in un momento particolarmente

delicato come quello della fase adolescenziale».

  • L’equità di accesso ai LEA è garantita allo stesso modo da tutte le regioni? Il 77,3% degli studenti è

consapevole dell’esistenza di diseguaglianze di accesso dei cittadini alle prestazioni sanitarie tra le

diverse regioni. «Qui – commenta Cartabellotta – è la parte “mezza vuota del bicchiere” a stupire un

po’: quasi uno studente su 4 non è consapevole delle diseguaglianze regionali in sanità in termini di

accesso ai servizi e alle prestazioni che dovrebbero essere garantite uniformemente su tutto il territorio

nazionale».

  • Chi ha ricevuto prescrizione di antibiotici per infezioni delle alte vie respiratorie? Il 45% degli studenti

dichiara “più volte”, il 21,5% “una volta”, il 33,5% “mai”. «Seppur con i limiti insiti nella domanda che

non definisce un arco temporale – commenta Cartabellotta – emerge un potenziale utilizzo

inappropriato degli antibiotici nelle infezioni delle alte vie respiratorie nel campione esaminato, visto

che oltre due terzi dichiarano di avere ricevuto una prescrizione almeno una volta».

  • Quali sono i 3 programmi di screening oncologici offerti gratuitamente dal SSN? Solo il 56,9% degli

studenti ha individuato correttamente i tumori per i quali sono previsti programmi di screening

nazionali inclusi nei LEA, ovvero mammella, cervice uterina, colon-retto. «Se è vero che il campione ha

un’età anagrafica ancora lontana dagli screening oncologici – commenta Cartabellotta – queste lacune

rivelano che molto può e deve essere fatto a livello di alfabetizzazione sanitaria, al fine di aumentare

l’aderenza della popolazione agli unici tre screening oncologici efficaci nel ridurre la mortalità tumore-

specifica».

  • Fare screening per diagnosticare un tumore il più precocemente possibile è sempre un vantaggio? Il

56,7% degli studenti risponde erroneamente che è sempre un vantaggio diagnosticare il più

precocemente possibile un tumore. «Purtroppo – commenta Cartabellotta – i messaggi consumistici

sulla prevenzione medicalizzata, ovvero che sottoporsi a più test diagnostici riduce la probabilità di

ammalarsi, finiscono per determinare un utilizzo inappropriato dei servizi sanitari, oltre che generare

spreco di risorse e rischi conseguenti ai fenomeni di sovra-diagnosi e sovra-trattamento».

«I risultati della survey – chiosa Cartabellotta – restituiscono un quadro di luci e ombre. I giovani sono ben

consapevoli del valore unico del SSN e delle interazioni tra salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente

e, in larga parte, delle diseguaglianze regionali in sanità. Conoscono molto meno gli screening oncologici

offerti dal SSN e oltre la metà vive nella convinzione che fare più test di screening per rappresenti sempre e

comunque un vantaggio. I dati forniscono poi indicazioni utili rispetto alla potenziale inappropriatezza

prescrittiva degli antibiotici nelle infezioni delle alte vie respiratorie e sulle lacune del passaggio di

consegne tra pediatra medico di famiglia. In sintesi dimostrano la necessità di trasferire ai giovani sin

dall’età scolastica la cultura della prevenzione e della promozione alla salute e gli strumenti per un utilizzo

consapevole del Servizio Sanitario Nazionale».

«Per colmare questi gap di conoscenze – conclude Cottafava – vogliamo espandere il programma “La Salute

tiene banco” alle scuole di tutto il Paese: per farlo abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding, attiva

fino al 2 maggio. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti: insieme possiamo crescere giovani cittadini

consapevoli dei loro diritti per tutelare il bene più prezioso che hanno, la salute».

La campagna di crowdfunding a sostegno del progetto è attiva fino al 2 maggio sulla piattaforma GINGER:

https://www.ideaginger.it/progetti/la-salute-tiene-banco.html Attenzione: la nostra è una campagna “O

tutto o niente!”, se non raggiungeremo l’obiettivo tutte le donazioni verranno restituite

APPENDICE. RISULTATI ANALITICI DELLA SURVEY CONDOTTA TRA I PARTECIPANTI DEGLI INCONTRI DEL PROGETTO “LA SALUTE TIENE BANCO” (AA.SS. 2022/2023 E 2023/2024)

Appendice

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