Anno: XXV - Numero 76    
Venerdì 3 Maggio 2024 ore 13:15
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Tutti insieme, per tutelare la biodiversità

Domani 16 Settembre – Ore 10 – presentazione nazionale del progetto – presso il Santuario di Gibilmanna – Cefalù – Sicilia.

Tutti insieme, per tutelare la biodiversità

Fortunata Flora Rizzo (Vice Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia – Presidente Archeoclub D’Italia sede di Cefalù) : “Ritrovata l’Olea europea leucocarpa, Olivo della Madonna. Rischiava l’estinzione! Il suo olio veniva usato per alimentare le lampade delle chiese. Andò in disuso con l’arrivo dell’energia. Lo abbiamo recuperato per tutelare la biodiversità. Sabato conferenza a Cefalù per coinvolgere le 18 Diocesi siciliane. Lo faremo su un territorio duramente colpito dagli incendi di Luglio. Con noi saranno  – S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù, Delegato CESi per i problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace e Salvaguardia del Creato  – S.E.R. Mons. Francesco Milito, Vescovo di Oppido Mamertina – Palmi Delegato CEC per i Problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace e Salvaguardia del Creato – Anna Maria Rotella, l’archeologa che ha ritrovato dopo anni di ricerca l’Olea europea Leucocarpa”.

Il progetto di riproduzione della pianta vedrà il coinvolgimento dei reclusi negli Istituti Penitenziari.

 “Salviamo la biodiversità della nostra Italia! Salviamo la memoria storica! Noi lo facciamo e lo facciamo in luoghi fortemente simbolici. L’archeologa, Anna Rotella, ha ritrovato l’Olivo dal quale si ricavava l’olio per l’alimentazione delle lampade di chiesa. Con l’avvento dell’energia, questo olio è andato in disuso e dunque la pianta era in estinzione. Sabato 16 settembre, a Cefalù, presso il Santuario di Gibilmanna, si svolgerà il Convegno Nazionale dell’Archeoclub d’Italia: “L’Olivo della Madonna: varietà Leucocarpa. Percorso di valorizzazione e speranza”. L’evento era stato già programmato prima degli incendi di Luglio che hanno interessato proprio il territorio nei pressi del quale sorse il Santuario, ma adesso assume una valenza maggiore. La conferenza è organizzata in collaborazione con la Diocesi di Cefalù, con le Sedi locali dell’Archeoclub d’Italia di Cefalù e di Vibo Valentia e con la partecipazione della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi. Il convegno rappresenta un momento rilevante di un articolato progetto che prende origine dall’esigenza di far conoscere e salvaguardare la cultivar Olea europaea Leucocarpa, conosciuta popolarmente come “L’Olivo della Madonna”, oggi a rischio di estinzione”. Lo ha annunciato Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia e Presidente Archeoclub D’Italia sede di Cefalù.

DOMANI – Sabato 16 Settembre – ore 10 – “L’Olivo della Madonna: varietà Leucocarpa. Percorso di valorizzazione e speranza”. Interverranno: S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù, Delegato CESi per i problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace e Salvaguardia del Creato che si soffermerà sul tema – “L’olivo, una pianta che accomuna i popoli del Mediterraneo” – ma anche S.E.R. Mons. Francesco Milito, Vescovo di Oppido Mamertina – Palmi Delegato CEC per i Problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace e Salvaguardia del Creato “Nascita e diffusione del progetto dell’olivo della Madonna presso le chiese di Calabria”. Ci sarà l’archeologa Anna Maria Rotella che dopo anni di ricerca è riuscita a ritrovare l’Olivo e illustrerà il progetto di coinvolgimento degli Istituti carcerari nell’attività di riproduzione dell’albero. Sarà presente anche Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia che si soffermerà sul progetto – Bust Busters – che ha visto il coinvolgimento dei ragazzi dell’Area Penale di Napoli.  

Il ritrovamento dopo anni di accurata ricerca.

“Grazie alle ricerche dell’archeologa calabrese Anna Maria Rotella, divulgate a cura della sede Archeoclub d’Italia di Vibo Valentia – ha continuato Fortunata Flora Rizzo –  la nostra Associazione è stata in grado di conoscere questa antica realtà, ed ha deciso di condividerne gli sviluppi e le finalità, a cominciare dal coinvolgimento delle proprie Sedi locali delle diverse Regioni italiane. L’albero d’olivo, in tutte le sue varietà, è una delle colture che meglio rappresenta il paesaggio agrario mediterraneo, ed è facile comprendere come da sempre i diversi popoli che hanno abitato queste terre abbiano avuto con il possente albero un rapporto privilegiato, per motivi sia alimentari sia altrimenti pratici, proprio perché l’olio d’oliva – assieme al grasso animale – è stato per lungo tempo il combustibile privilegiato per l’illuminazione notturna degli ambienti. Grazie alla ricerca portata avanti negli ultimi cinque anni dall’archeologa calabrese Anna Maria Rotella, Vicepresidente della nostra sede di Vibo Valentia, oggi possiamo affermare che il trasparente e poco denso olio ottenuto dalle bianche drupe della Leucocarpa, col particolare suo pregio di bruciare con pochissimo fumo, in qualche momento della storia del Mediterraneo, ancora non esattamente databile, è diventato il combustibile ideale per alimentare le lampade impiegate negli antichi luoghi di culto, particolarmente carenti di aerazione. La specificità di quest’olio ha fatto la sua grande fortuna, decretandone la diffusione in tutti gli areali olivicoli in qualche modo legati ai luoghi di culto e alla fede, così come chiaramente testimoniano i rinvenimenti della secolare cultivar nella maggior parte dei paesi della Calabria, e come si ipotizza possa essere stato anche in altre regioni”.

Tutto parte da quel Sud fatto anche di persone che vogliono tutelare il patrimonio naturalistico, con il coinvolgimento di reclusi in Istituti Penitenziari.

A partire dal territorio calabrese, dal 2020, nella ricorrenza della giornata mondiale del “Tempo per la Cura del Creato”, l’Archeoclub d’Italia sede di Vibo Valentia, in collaborazione con la Commissione Regionale della Calabria per i problemi sociali e gli Uffici Diocesani calabresi, hanno avviato la campagna di piantumazione di un “Olivo della Madonna” nei pressi di ogni chiesa. Tale iniziativa persegue il duplice obiettivo di “ridare voce” allo strettissimo rapporto intercorso nel tempo tra l’“Olivo della Madonna”  – ha proseguito –  Fortunata Flora Rizzo – e la gran fede popolare, e di “stimolare” la diffusione della cultivar per salvarla dall’estinzione. Il progetto di salvaguardia prevede che, in tempi brevi, la piantumazione dell’”Olivo della Madonna” presso le chiese possa essere fatta anche con il coinvolgiomento di reclusi degli Istituti penitenziari; all’interno delle strutture carcerarie, infatti, la fase di riproduzione per innesto sarà preceduta da una serie di incontri di accompagnamento alla conoscenza degli aspetti storico[1]archeologici-religiosi legati all’olivo e all’olio, e inoltre sulla storia e il ruolo dell’Olea europaea Leucocarpa nella tradizione popolare calabrese. I detenuti saranno introdotti all’arte dell’innesto e avranno cura di seguire per i primi due anni di vita le fasi di crescita dei giovani alberelli; in seguito si procederà all’affidamento/donazione delle piantine alle istituzioni religiose, che procederanno alla piantumazione. In questo percorso, l’arte dell’innesto rappresenta occasione di lavoro, di conoscenza di sé e della possibilità di riflessione su come sia possibile operare attivamente sul cambiamento quando questo è occasione di crescita.

Il 16 Settembre, in Sicilia, a Cefalù saranno a confronto esperti di tutela e salvaguardia, ma anche associazioni ed enti civili e religiosi.  L’obiettivo è quello di coinvolgere le 18 Diocesi siciliane.

Saranno presenti –  Stefania Randazzo, Presidente dell’Archeoclub d’Italia – Sede di Cefalù Prof.ssa Anna Murmura, Presidente dell’Archeoclub d’Italia – Sede di Vibo Valentia,  Daniele Tumminello, Sindaco di Cefalù.

Interverranno grandi esperti come Paola Puma, Docente Università degli Studi di Firenze “Per un percorso di valorizzazione territoriale dell’oliva bianca in Calabria” – Fra Salvatore Vacca, ofm cap, Responsabile Servizio Pastorale Cultura e IRC della Diocesi di Cefalù “Gibilmanna: l’offerta dell’olio alla Madonna” .

“Il Convegno metterà a confronto studiosi ed esperti di tutela, salvaguardia e valorizzazione della cultivar, oltreché associazioni ed enti civili e religiosi, nella prospettiva di coinvolgere nel progetto generale le 18 diocesi siciliane e, man mano, gli altri territori nazionali. Il Convegno, per le sue finalità divulgative e di sensibilizzazione, è stato progettato con un approccio trasversale a diversi ambiti culturali come quelli storici, archeologici, naturalistici, agronomici, ambientali, sociali e religiosi. Il tema del Convegno, è già stato condiviso e promosso dall’Archeoclub d’Italia e da alcune delle Sedi locali – ha concluso Fortunata Flora Rizzo, Vice Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia –  a cominciare dalla sede locale di Vibo Valentia, dalla sede locale Area Integrata dello Stretto e dalla Sede locale di Cefalù. Il coinvolgimento della Diocesi di Oppido Mamertina – Palmi con il Vescovo S.E.R. Monsignor Francesco Milito da parte della sede Archeoclub d’Italia di Vibo Valentia, e il successivo coinvolgimento della Diocesi di Cefalù, con il Vescovo S.E.R. Monsignor Giuseppe Marciante da parte della Sede Archeoclub d’Italia di Cefalù, si sono rivelati fondamentali per la conoscenza, lo sviluppo e la diffusione di questa particolare pianta d’Olivo che ci si augura possa essere reintrodotta e valorizzata per la sue caratteristiche botaniche e organolettiche, per la sua tradizione di fede e di storia, e infine, come elemento non trascurabile per la sua bellezza”.

L’evento Sabato 16 Settembre alle ore  10 inizio con –  Saluti istituzionali Dott.ssa Stefania Randazzo, Presidente dell’Archeoclub d’Italia – Sede di Cefalù Prof.ssa Anna Murmura, Presidente dell’Archeoclub d’Italia – Sede di Vibo Valentia Prof. Daniele Tumminello, Sindaco di Cefalù Dott. Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale dell’Archeoclub d’Italia

 

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