Sanitarie gettano nei rifiuti farmaci di una multinazionale israeliana, esplode la polemica
I farmaci della Teva gettati nel cestino come gesto pro-Gaza erano in realtà delle salviette e un campione di integratori.
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Farmaci della multinazionale israeliana Teva presi, scarabocchiati e gettati nel cestino come gesto pro Gaza. Prima lo fa una dottoressa, poi un’infermiera della Casa della salute di Pratovecchio Stia (Arezzo), gestita dall’Asl Toscana sud-est. Si filmano in ambulatorio, in camice, poi i due video vengono pubblicati sui social. Diventano virali e scoppia la polemica.
Indignazione, richieste di licenziamenti, rabbia per il gesto, anche se simbolico. Nei social i commenti aspri si affastellano e si legano a una critica comune: gettare via dei farmaci “pagati con i soldi pubblici”. Il caso monta e interviene l’Asl che annuncia accertamenti interni riservandosi “di intraprendere ogni azione utile a tutela della propria immagine e del personale che, ogni giorno, opera con impegno, dedizione e correttezza”.
Interviene la politica. La vicesegretaria di Forza Italia, Deborah Bergamini, si dice “sconcertata dal video. Non è certo questo il modo di difendere i diritti del popolo palestinese. Mi auguro che l’Asl e le autorità competenti chiariscano immediatamente l’accaduto e prendano provvedimenti esemplari”. Sempre dalla sponda azzurra, è il segretario toscano dei forzisti, Marco Stella, che parla anche lui di “gesto gravissimo” e di “provvedimenti esemplari”.
Passano le ore, la polemica monta e le due sanitarie diffondono un video di scuse (pubblicato dalla Nazione): “Chiediamo scusa a tutte le persone che si sono sentite offese dal nostro video e per i modi con cui l’abbiamo girato. Il video, in realtà, faceva parte di una campagna più ampia e i farmaci che sono stati gettati sono qua”, dicono mostrandoli davanti a sé e rimarcando così la natura simbolica del gesto. “Come potete vedere”, aggiungono, “sono campioni gratuiti, non acquistati con soldi pubblici”. Si tratta di una confezione “di sodio e potassio”, mentre l’altra contiene delle salviette, dicono.
Si è trattato, quindi, “di un gesto simbolico volto alla pace non ad altro. Non volevamo assolutamente offendere nessuno, coinvolgere l’azienda né i colleghi della Casa della salute”, evidenziando come i video siano stati girati dopo la fine dell’orario di lavoro. “Ci dispiace veramente tanto per il fraintendimento che abbiamo creato e chiediamo scusa”.
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