Per una volta ha ragione pure Valditara
Saranno anche discutibili (e lo sono) i toni e le parole usate dal ministro in Parlamento a difesa del suo provvedimento sull'educazione affettiva.
Ma la sinistra cosa ha fatto in materia quando poteva? Su questo come su i diritti degli omosessuali, degli immigrati, sul ceto medio tartassato? Niente
“Dopo aver sentito il dibattito mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni. Molte delle affermazioni fatte dall’opposizione non corrispondono a verità. È stato detto che con il ddl impediremmo l’educazione sessuale nelle scuole, impediremmo di informare i giovani sulle malattie sessulamente trasmesse, impediremmo di conoscere l’evoluzione puberale ai nostri giovani, negheremmo l’educazione affettiva. Tutto questo è falso. Non avete letto attentamente l’articolo 1 comma 4 che dice fermo restando le indicazioni nazionali dei programmi scolastici. Chi ha detto che noi neghiamo questo- aggiunge- ha detto una colossale balla e preso in giro i cittadini italiani. Sono indignato. Se è stato sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi e della violenza di genere. Sono indignato. Avete detto che impedisce la lotta contro i femminicidi e la violenza di genere, lo avete affermato, vergognatevi. Questa è la verità, il resto sono balle”.
Sono le parole usate in Parlamento dal ministro all’Istruzione, Giuseppe Valditara, intervevendo sul ddl disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico. Valditara non è il miglior ministro dell’Istruzione della Repubblica, anzi. Tra arcaismi e orgogli patriottici non siamo affatto tranquilli, anche se ce la mette tutta e l’orecchio sulla scuola a suo modo ce l’ha. Dal suo punto di vista, esponente di un governo di centrodestra, anzi di destra, il più a destra della nostra Storia dopo il Fascismo.
Il provvedimento in questione mi pare troppo timido e solo da pochi giorni il suo partito, la Lega, ha dato il via libera affinché di educazione affettiva o sessuale si possa parlare anche alle medie, previo il consenso informato dei genitori, come è alle superiori. Si potrebbe discutere che il problema di ragazzi assolutamente a digiuno di affettività e poco provvisti di una corretta e seria educazione alla sessualità nasca proprio dentro quelle famiglie che dall’alto della loro inadeguatezza dovranno poi dare il loro consenso.
Ma il tema qui è un altro. Valditara ha usato toni forti e tirato in mezzo i femminicidi per attaccare in Parlamento l’opposizione a difesa di un suo provvedimento legislativo. Eppure, in ogni caso, di educazione affettiva stiamo parlando e i femminicidi, purtroppo, non ci sono da oggi. Dal 1975, quando il comunista Giorgio Bini presentò la prima proposta, sono stati depositati sedici disegni di legge per introdurre l’educazione sessuale nelle scuole. Nessuno è mai passato. Ecco, partiti di centrosinistra, vecchi e nuovi, campo largo o campo stretto, negli ultimi trent’anni qualche periodo al governo ci sono stati. Perché non è stata mai partorita allora una legge moderna sul tema? Il patriarcato (che Valditara in altre sue dichiarazioni sembra non riconoscere) non ci ha mai lasciati, è rimasto tratto distintivo della cultura maschile del nostro Paese, anni Settanta a parte, ma poca roba. E, quindi, dov’era il Pci-Pds.Ds-Pd o come si chiama quando avevano la maggioranza (con altri) in Parlamento? Ma siccome il refrain sul governo che ci sta togliendo spazi civili (vero) è un po’ su tutto, perché la stessa sinistra si è sparata sui piedi ai tempi del ddl Zan, sulle battaglie della Cirinnà, sulle misure per lo ius soli e la cittadinanza agli immigrati, combattute ferocemente proprio dentro le stesse coalizioni di centrosinistra? E che, infatti, non sono passate, al grido c’è alttro di cui occuparsene?
Perché ora si chiede al governo di avere a cuore la classe media e quando il centrosinistra era al governo sto’ cuore proprio non si è visto? L’elenco sarebbe infinito.
Ora, se questo è il governo più para fascista della Repubblica, non si può chiedere che faccia cose di sinistra che la sinistra non è stata capace di fare quando le poteva fare. O, no?
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