"Payback" sui dispositivi medici, la protesta delle aziende
1.200 i fornitori chiamati a restituire alla Regione FVG un totale di 128 milioni, come compartecipazione agli sforamenti sui tetti di spesa
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Oltre 1.200 aziende biomedicali fornitrici di ospedali e strutture sanitarie, fra grandi multinazionali e piccole e medie imprese, che entro il 31 gennaio devono pagare alla Regione Friuli Venezia Giulia poco meno di 128 milioni di euro. Il “conto” più alto sfiora i dieci milioni di euro, ma sono 27 le aziende del settore chiamate a versare importi milionari, alle quali si aggiungono le altre per le quali la richiesta è di decine o centinaia di migliaia di euro.
Questi i numeri in regione del payback sui dispositivi medici, il meccanismo che sarà applicato per la prima volta dal Governo per ripianare lo sforamento dei tetti di spesa da parte delle Regioni. Una richiesta che – è l’allarme delle associazioni di categoria – non solo rischia di portare al fallimento tante imprese, ma di conseguenza anche di privare strutture sanitarie e pazienti di dispositivi indispensabili, che vanno dalle grandi attrezzature diagnostiche ai comuni bisturi.
Tutto parte dallo sforamento del tetto di spesa per i dispositivi da parte delle Regioni: nel 2021 il Friuli avrebbe dovuto spendere 110 milioni di euro e ne ha spesi invece 212, il 91 per cento in più. E i limiti sono stati superati anche negli anni precedenti, al punto che nello scorso agosto il Governo ha stabilito di applicare per la prima volta la norma.
Diversi i ricorsi al Tar, che dovrebbe pronunciarsi il prossimo 17 gennaio.
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