Occorrono investimenti pubblici
Confprofessioni in audizione ieri al Senato ha chiesto infrastrutture moderne e aggregazioni autonomi
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Il settore dei servizi professionali “rappresenta una parte consistente della ricchezza del Paese ed è da sempre una vera e propria eccellenza del made in Italy”, tuttavia tale tessuto produttivo “soffre di un’eccessiva parcellizzazione, che gli impedisce di investire risorse adeguate nella modernizzazione e nelle infrastrutture degli studi e quindi di competere ad armi pari con le realtà professionali, sempre più strutturate, dei Paesi europei, in un mercato che va oltre i confini nazionali”, perciò “chiediamo di accompagnare e favorire processi di crescita e sviluppo dimensionale degli studi” e “occorrono interventi pubblici sia per una complessiva riforma del quadro normativo, per rimuovere ostacoli non più al passo con i tempi, sia per un sostegno economico teso all’ammodernamento delle infrastrutture e all’aggregazione tra professionisti”. È quanto dichiarato dal presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, ascoltato ieridalle Commissioni Bilancio e Politiche dell’Unione europea del Senato sulla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (il Recovery plan).
Le risorse disponibili, ha proseguito, “possono favorire la transizione al processo telematico e lo sviluppo di metodi manageriali di organizzazione degli uffici giudiziari”.
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