La cedolare secca ostacola l'accesso alla casa
La Cassazione boccia l'interpretazione delle Entrate.

“Da ben quattordici anni l’Agenzia delle entrate – interpretando in modo del tutto originale una legge dello Stato – nega l’applicazione della cedolare secca sugli affitti abitativi nel caso in cui il proprietario stipuli il contratto di locazione con un’impresa, che provvede poi a destinare l’immobile ad abitazione del dipendente o del collaboratore.
Negli ultimi due anni, questa visione dell’amministrazione finanziaria è stata recisamente smentita, con ben tre sentenze, dalla Corte di cassazione, vale a dire dall’organo chiamato ad assicurare ‘l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge’.
Oggi la questione è stata nuovamente portata all’attenzione del Parlamento, dove abbiamo appreso che la linea del Fisco non cambierà e che, anzi, l’Agenzia si adopererà per convincere la Suprema Corte a mutare orientamento.
C’è da rimanere sconfortati. La norma è di una chiarezza cristallina. Nonostante questo, è dovuta intervenire la Cassazione. Nel frattempo, si continuano a impegnare risorse pubbliche per un contenzioso che non sarebbe dovuto mai nascere. Oltre a tutto ciò, si ostacola anche l’accesso alla casa da parte dei dipendenti e dei collaboratori delle imprese, negandosi in queste situazioni un regime di tassazione nato proprio per ampliare l’offerta abitativa. Perché continuare su questa strada?”.
Giorgio Spaziani Testa
Presidente Confedilizia
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