Anno: XXVI - Numero 106    
Giovedì 29 Maggio 2025 ore 13:45
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Il Tar del Lazio annulla la circolare del Viminale: torna il self check-in nei B&B

I giudici hanno accolto il ricorso presentato dalla Federazione FARE (Associazioni Ricettività Extralberghiere).

Il Tar del Lazio annulla la circolare del Viminale: torna il self check-in nei B&B

Il Tar del Lazio ha annullato la circolare del Ministero dell’Interno che imponeva l’identificazione de visu degli ospiti dei B&B, contro i sistemi di self check-in per questioni di sicurezza. I giudici hanno accolto il ricorso presentato dalla Federazione FARE (Associazioni Ricettività Extralberghiere). Questa la sintesi della sentenza pubblicata oggi dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio che ha ritenuto la circolare “contrastante” con la riforma del 2011 e “non sufficientemente giustificata”. Il provvedimento impugnato, risalente al 18 novembre 2024, obbligava i gestori a identificare fisicamente gli ospiti – un obbligo non previsto dalla legge e in contrasto con la riforma del 2011 che aveva già semplificato le procedure di registrazione.

Il Tar ha riconosciuto, in sintesi, che l’identificazione de visu non è prevista dall’art. 109 del Tulps; la misura era sproporzionata e non giustificata da necessità reali; la circolare violava i principi di legalità e parità di trattamento; l’onere imposto era eccessivo e dannoso soprattutto per il settore extralberghiero, che non dispone delle stesse risorse strutturali delle grandi strutture alberghiere.

Con questa sentenza, Fare ribadisce il suo ruolo di rappresentanza del comparto extralberghiero, a tutela della legalità, dell’innovazione e della competitività. “Non ci siamo mai opposti alle regole – afferma il presidente Rosciano – ma solo alle regole sbagliate. Le regole servono, ma devono essere adeguate ai tempi moderni, alle sfide che ci attendono, per rendere il turismo italiano sempre più attraente e competitivo sul mercato internazionale. Oggi possiamo dire che la giustizia ci ha dato ragione”.

La sentenza, spiega Marco Celani, Presidente Aigab, si basa su due argomentazioni: “L’obbligo di identificazione de visu, interpretata come di persona, è in contrasto con la riduzione degli adempimenti amministrativi a carico di proprietari e imprese”. Inoltre “l’agire pubblico deve seguire un principio di proporzionalità per il quale per introdurre degli aggravi operativi o limitare delle libertà è necessario supportare con dati la necessità e la capacità della norma di risolvere un problema documentato.

Siamo già in contatto con il Governo – riferisce ancora Celani – per mettere a disposizione il nostro know how al fine di ottenere un pieno riconoscimento delle tecnologie di riconoscimento da remoto utilizzate, dimostrando il nostro ruolo a supporto delle Istituzioni. Auspichiamo che il principio di proporzionalità ispiri l’agire di molte amministrazioni pubbliche locali che hanno abusato della circolare introducendo regolamenti che da oggi decadono, avendo nel frattempo causato malessere, costi e preoccupazioni a centinaia di migliaia di famiglie e imprenditori”.

“La decisione del Tar del Lazio è una vittoria della legalità e del buon senso: nel 2025 è folle pensare di vietare strumenti tecnologici che permettono il self check in appartamenti destinati alle locazioni brevi. Ora non solo il Ministero dell’Interno ma anche i Comuni che hanno seguito quella strada saranno costretti a una retromarcia”. Così Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e Ceo di ApartmentsFlorence, commenta la sentenza con cui il Tar del Lazio.

Fagnoni lancia poi un appello al Comune di Firenze, dove il nuovo regolamento sulle locazioni turistiche entrerà in vigore sabato 31 maggio, introducendo, tra le altre cose, il divieto di self check-in.

“Palazzo Vecchio – dice il presidente di Property Managers Italia – si distingue da diversi anni in questa guerra ideologica contro gli affitti turistici. Il regolamento che prevede il divieto di self check in è stata solo l’ultima mossa, che non migliora la sicurezza né la qualità dell’ospitalità, ma danneggia sia i turisti sia chi lavora in modo professionale. È impensabile che nel 2025 si voglia obbligare un imprenditore a consegnare di persona le chiavi alle 11 di sera o alle 6 di mattina, come se fossimo ancora a trent’anni fa.Ci auguriamo che la sentenza del Tar serva da monito: le norme – conclude Fagnoni – devono essere scritte con competenza, ascoltando tutti e valutando gli impatti concreti sulle persone e le imprese”.

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di Roberta Secci. Agenzia Giornalistica Italia

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