Giù l'Iva su opere d'arte
Giuli, "risultato storico, ora l'Italia tornerà a primeggiare"
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Alla fine dopo mesi di trattative con il ministero dell’Economia Alessandro Giuli ce l’ha fatta: scende l’aliquota dell’Iva sulla transazione ed esportazione di opere d’arte.
L’Italia passa dal 22% al 5% portandosi al livello più basso in Europa e superando Francia e Germania che, una volta capite le intenzioni del governo italiano, si erano affrettate a varare per prime la manovra correttiva, facendo scendere le loro rispettive aliquote al 5,5% e al 7%.
“Missione compiuta” esulta il ministro della Cultura che parla di un “risultato storico” perché “competere ad armi pari per l’Italia significa primeggiare.
L’Italia così torna protagonista del mercato dell’arte”.
Non è una questione da poco. Perché, ricorda il ministro citando i dati di Nomisma, mantenere l’aliquota attuale del 22% avrebbe comportato al settore una perdita fino al 28% del fatturato complessivo. E per le piccole gallerie le perdite sarebbero addirittura arrivate ad erodere il 50% del fatturato. Sempre secondo le simulazioni di Nomisma, con le nuove aliquote in un solo triennio il fatturato complessivo generato da gallerie, antiquari e case d’asta crescerebbe fino a raggiungere circa 1,5 miliardi di euro, con un effetto positivo sull’economia italiana stimato fino a 4,2 miliardi di euro.
Insomma “c’è stata molta lungimiranza nel calcolo dei costi e benefici”. Anche per questo il governo non intende fermarsi e già a luglio, annuncia il presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone, arriverà in Aula un altro provvedimento che punta a semplificare le regole per l’esportazione agendo sulla soglia del valore dei beni che rende necessarie le autorizzazioni delle soprintendenze. “Vogliamo dare linfa vitale ad un settore che produce e crea lavoro” dice il ministro. “E’ un risultato storico, frutto di un impegno corale, e oggi è davvero una giornata importante per tutto il settore” esulta anche il Gruppo Apollo, la Confederazione che raggruppa tutte le principali associazioni dell’industria dell’arte in Italia, un comparto che vale 1,36 miliardi di euro.
Ora però si fanno avanti le altre imprese che fanno cultura: Federculture chiede infatti l’adozione di una medesima aliquota Iva a tutti i prodotti culturali oggi sono soggetti a regimi diversi: i libri ora sono al 4%, i dischi ora al 22%, le mostre e gli spettacoli dal vivo sono ora al 10%, i musei sono esenti Iva e le opere d’arte ora, finalmente, sono al 5%. “L’adozione della misura odierna rappresenta, pertanto, un passo determinante verso l’obiettivo comune” dice l’associazione.
Ansa
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