Difendere la Sumud Flotilla?
Ecco come funzionano le regole per gli italiani in aree di crisi
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Il portale del ministero degli Esteri parla chiaro sui pericoli per chi si reca nelle aree di crisi, indipendentemente dalle finalità del viaggio. Tra richieste di garanzia e protezione, ecco come lavorerà l’Unità di crisi in caso di problemi per gli attivisti
Mentre la Global sumud flotilla è in rotta verso Gaza, in Italia la missione solleva interrogativi sul livello di sicurezza previsto per chi partecipa e il dibattito politico si consuma a colpi di lettere tra segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Tra richieste di garanzia, raccomandazioni della Farnesina e strumenti digitali, la questione della tutela dei cittadini italiani si muove tra richieste di precauzioni preventive e responsabilità individuali.
Nella serata di mercoledì 3 settembre la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, ha inviato una missiva a Meloni, chiedendo al governo quali garanzie di sicurezza avrebbe attivato per i connazionali a bordo della Global sumud flotilla, diretta a Gaza per consegnare aiuti umanitari alla popolazione. Tra i partecipanti figurano anche quattro parlamentari italiani: il deputato dem Arturo Scotto, il senatore pentastellato Marco Croatti e le eurodeputate Benedetta Scuderi (Avs) e Annalisa Corrado (Pd). Schlein ha sollecitato Meloni a tenerla informata “su quanto l’esecutivo intende fare per assicurare tutela e protezione a tutto l’equipaggio della missione umanitaria, in caso di necessità”.
La risposta è arrivata nella mattinata di ieri: Meloni ha assicurato che “saranno adottate tutte le misure di tutela e di sicurezza dei connazionali all’estero in situazioni analoghe, come sempre garantito finora”. Sulla stessa linea il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha ribadito l’impegno a fornire “l’assistenza diplomatica e consolare garantita a tutti gli italiani nel mondo”, precisando che il sostegno varrà anche “qualora dovessero avere problemi con la giustizia o con le autorità di polizia in Israele”.
Nella sua replica, la premier ha accompagnato le rassicurazioni con un invito agli attivisti a considerare “canali alternativi e più efficaci di consegna”, come quelli già attivati dal governo italiano, tra cui l’iniziativa Food for Gaza. Secondo Meloni, affidarsi a vie ufficiali eviterebbe di esporre i volontari della Flotilla “ai rischi derivanti dal recarsi in una zona di crisi e al conseguente onere a carico delle diverse autorità statuali coinvolte di garantire tutela e sicurezza”. Pur sottolineando i pericoli e gli oneri derivanti dalla missione, la presidente del Consiglio ne riconosce la “finalità di natura simbolica o politica”. Definizione che fa storcere il naso al Pd, che in una replica firmata dai capigruppo al Senato e alla Camera, Francesco Boccia e Chiara Braga, e dal capo delegazione a Bruxelles, Nicola Zingaretti, definiscono evasiva la risposta di Meloni e ribadiscono la natura “umanitaria e non politica” della spedizione e tornano a chiedere “sicurezza e tutela a una missione che vede a bordo anche parlamentari italiani”.
Cosa significa, in concreto, “sicurezza e tutela”? Le istruzioni della Farnesina sul portale Viaggiare sicuri, rivolte ai cittadini diretti in aree di guerra o di instabilità, raccomandano ai connazionali di “rinviare i viaggi non indispensabili”. Per chi si trova già all’estero o decide comunque di intraprendere un viaggio nelle aree di crisi, è inoltre consigliato registrarsi sul portale Dove siamo nel mondo o attivare l’applicazione Viaggiare sicuri, indicando la propria presenza e attivando la geo-localizzazione. Questo permette alle autorità consolari di monitorare la posizione dei cittadini italiani, fornire informazioni aggiornate sulla sicurezza e garantire un contatto rapido in caso di emergenze, assicurando così una forma concreta di assistenza anche in contesti ad alto rischio.
In merito alle avvertenze per chi decide di recarsi in Israele e nei territori palestinesi, il ministero sconsiglia di viaggiare a qualsiasi titolo e mette in guardia i cittadini dai rischi legati a lanci di missili, attentati terroristici e operazioni militari, sottolineando la necessità di massima prudenza.
Una linea simile vale per l’Ucraina: l’Unità di crisi si dichiara “non responsabile per il coordinamento di eventuali iniziative umanitarie e di assistenza alla popolazione” e invita a valutare “con la massima cautela iniziative individuali o di organizzazioni della società civile”, sottolineando come “né l’Unità di crisi, né l’ambasciata italiana possono fornire garanzie di affidabilità in merito a eventuali controparti locali”. Nessuna protezione speciale, quindi, per i cittadini che decidono di recarsi in questi territori assumendosi i rischi e gli oneri citati da Meloni.
Al di là delle raccomandazioni preventive, il lavoro dell’Unità di Crisi della Farnesina nei confronti dei cittadini italiani coinvolti in arresti, espulsioni o altre procedure penali all’estero consiste principalmente in attività di assistenza nel caso qualcosa vada storto. Per i cittadini italiani che decidono liberamente di recarsi in contesti a rischio, non è prevista alcuna attività di tutela attiva, come scorte armate o interventi diplomatici prima dell’ingresso nei paesi considerati non sicuri.
Le misure di assistenza e recupero scattano solo se i cittadini italiani si trovano in pericolo, vengono trattenuti o addirittura incarcerati. In sostanza, tramite ambasciate e consolati, il Ministero si occupa di monitorare le condizioni di salute del cittadino in questione, verificare il rispetto dei diritti, facilitare l’accesso a un avvocato e a un interprete, e mantenere i contatti con i familiari. Tajani stesso, rispondendo ai cronisti in replica alla lettera di Schlein, ha ricordato che “per altri italiani che erano stati fermati in Israele per iniziative analoghe (alla Flotilla, ndr) e che erano stati espulsi da Israele, noi abbiamo facilitato l’accompagnamento in aeroporto, e sono stati assistiti dai nostri rappresentanti del consolato di Tel Aviv, di Gerusalemme e dell’ambasciata”. Questa, quindi, è la protezione – che il vicepremier definisce “scontata” – offerta agli attivisti e ai parlamentari a bordo della Global Sumud Flotilla.
di Giorgia Olivieri su HuffPost
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