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Con lo Smart working, la produttività aumenta

Nel 37% dei casi si lavora più di 40 ore a settimana

Con lo Smart working, la produttività aumenta

Lo smart working aumenta la produttività a differenza di quello che si sospettava all’inizio. È quanto emerge dallo studio Marketers State of Remote Working 2021 promosso da Marketers, il più grande movimento di imprenditori digitali. Dalle interviste effettuate, emerge che l’80% ritiene di essere più produttivo senza obblighi di orario e cartellini da timbrare, lavorando più di 40 ore a settimana nel 37% dei casi. Questo, però, non ha generato sensazioni negative: la fetta maggiore degli intervistati, il 39%, sostiene di lavorare il giusto, forse come risultato del lockdown, che ha spinto tanti a concentrare le proprie energie sul lavoro per distogliere i pensieri dalla pandemia.

Il 97% degli italiani, si legge nell’indagine, si definisce favorevole a continuare a lavorare in modalità “smart” per il resto della propria carriera, pur avendolo provato per poco tempo. La tendenza che emerge dallo studio Marketers è chiara: il lavoro da remoto, che oggi coincide quasi sempre con il lavoro da casa, è parte del futuro.

“Lavoriamo da remoto da sempre, ancora prima che la pandemia lo imponesse e siamo una delle prime aziende in Italia ad aver abbracciato questa modalità al 100%. In Marketers, infatti, siamo la dimostrazione di come si possa vivere una vita straordinaria anche senza timbrare il cartellino, portando avanti il proprio business da ogni angolo del mondo, senza scendere a patti con i propri impegni professionali”, racconta Dario Vignali, imprenditore digitale, co-founder e ceo di Marketers. “Tra gli intervistati i dipendenti sono coloro che più di tutti ne hanno tratto beneficio, sia in termini economici che di risparmio di tempo per se stessi. Di contro, permane il rischio di portarsi il lavoro sempre con sé e, specialmente per i dipendenti, di perdere il contatto umano con i colleghi, con conseguente difficoltà nel comunicare e nell’organizzare il lavoro”.

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