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Carne dal legno: il progetto Meat from Wood

Nato all’interno delle università di Milano-Bicocca e dell’Insubria a Varese, il laboratorio trasforma lignina e crusca di frumento in amminoacidi ad alto valore aggiunto.

Carne dal legno: il progetto Meat from Wood

Dopo la polvere di grillo Made in Italy commercializzata nelle Marche, un’altra start-up italiana lancia la sfida alimentare del futuro: produrre carne dal legno. Stavolta il laboratorio è in Lombardia, all’interno dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Università dell’Insubria a Varese. Il progetto si chiama Meat from Wood e ha l’obiettivo ambizioso di trasformare materiali di scarto come la lignina e la crusca di frumento in prodotti ad alto valore aggiunto come gli amminoacidi.

Finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del bando Prin 2022, Meat from Wood è guidato dal professor Marco Vanoni (ordinario di Biochimica alla Bicocca) e comprende un’unità di ricerca coordinata da Elena Rosini, specializzata negli studi di ingegneria proteica all’Insubria. I test avvengono nel laboratorio The Protein Factory 2.0, avviato nel 1995 a Varese dalla professoressa Mirella Pilone e diretto dal professor Loredano Pollegioni.

I ricercatori spiegano che la base di partenza del progetto sono due sottoprodotti disponibili a poco prezzo e in grandi quantità in Italia. Il primo è la lignina, polimero organico che costituisce la parte più abbondante del legno dopo la cellulosa. Nell’industria cartaria questo composto chimico è poco utilizzato e viene regolarmente bruciato. Il secondo sottoprodotto è la crusca di frumento, la parte di residuo che rimane quando si macinano i cereali.

Per rendere queste biomasse eterogenee ed utilizzarle in maniera efficiente, sono necessarie la loro depolimerizzazione e la successiva conversione in composti selezionati. Tramite un processo biotecnologico innovativo, la conversione sostenibile trasforma la vanillina derivata dalla lignina o dalla crusca di frumento in amminoacidi, i componenti base delle proteine.

Il progetto intende produrre cellule batteriche che esprimono tutte le attività enzimatiche richieste per la sintesi di amminoacidi, fornendo così un nuovo approccio sostenibile alla valorizzazione di queste biomasse – spiegano Rosini e Vanoni –. Infatti, la disponibilità di una serie di attività enzimatiche organizzate in nuove vie metaboliche, progettate ad hoc per la sintesi di specifiche molecole, accelererà lo sviluppo di ulteriori processi biocatalitici sintetici innovativi a partire da abbondanti risorse rinnovabili verso una bio-economia sostenibile”.

Insieme a Marco Vanoni ed Elena Rosini, la squadra di Meat from Wood attiva al The Protein Factory 2.0 include Chiara Damiani, Loredano Pollegioni, Luca Brambilla e Alex Pessina. La missione del gruppo è puntare ad ottenere una quantità consistente di sostanze biochimiche con un processo estrattivo naturale che non comporta emissioni di Co2.

Si calcola che il mercato globale delle proteine vegetali attualmente vale il 2% del mercato food totale e soltanto in Italia si attesta sui 500 milioni di euro. Ma il comparto plant-based è in costante aumento e arriverà a rappresentare il 22% complessivo nel 2035, per un valore previsto di almeno 300 miliardi di dollari.

Leonardo.it

 

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