Caivano, droghe, illegalità e il ministro che propaganda le sconfitte
Contro le piazze di spaccio come quella di Caivano l'attività delle forze dell'ordine "fa segnare quotidianamente successi e risultati molto importanti".
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Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha risposto ai cronisti sulle critiche alle istituzioni dopo gli stupri avvenuti nel parco Verde, in un contesto di degrado e criminalità. “Non è colpa delle istituzioni e men che meno del governo. E’ vero che ci sono piazze di spaccio importantissime a Caivano, ma non solo – ho fatto il prefetto di Roma e so quale sia il problema anche nella capitale – ma l’attività delle forze dell’ordine fa segnare quotidianamente successi” (1).
Bontà sua, si dice in questi casi. Sembra che il nostro ministro parli senza che abbia mai letto un giornale, sentito opinioni di vario tipo in materia, analizzato dati sulla delinquenza… insomma il ministro Piantedosi sembra convinto quando dice “E’ vero che ci sono piazze di spaccio importantissime a Caivano, ma non solo … ma l’attività delle forze dell’ordine fa segnare quotidianamente successi”.
E quali sarebbero “questi successi”? Quelli di arrestare alcuni spacciatori, e magari anche qualche capobanda o importante narcotrafficante, facendo quindi un favore alle bande rivali che, liberato il territorio, se ne impossessano… e così avanti a ripetizione senza interruzione?
Il nostro ministro dimentica di esser tale e non più il prefetto di Roma, cioè non è solo un esecutore materiale delle leggi esistenti, ma è uno che le leggi le fa e le promuove. E nel nostro caso, resosi conto che le azioni di polizia non bastano ad affrontare il problema se non come fossero cerotti con l’acqua al posto dell’adesivo, cosa fa? Continua a fare il poliziotto, il prefetto.
Ci si consenta di ricordare che quando si governa non si deve solo far sì che le leggi vadano applicate, ma anche cambiare le stesse perché i crimini (nel nostro caso) non continuino e si moltiplichino.
È la droga illegale, signor ministro, che provoca, reitera e moltiplica questo pericolosissimo e dilagante morbo che coinvolge non solo i consumatori di queste sostanze illegali, ma tutta la società e le istituzioni.
Quando le cronache ci ricordano che viviamo in questo incubo, non è sufficiente, signor ministro, che lei colga occasione per fare passerella e ricordarci il suo impegno di poliziotto… occorre andare alla radice dei problemi e proporre e far approvare soluzioni alternative alle attuali per la gestione del fenomeno.
Le leggi attuali hanno fallito e la situazione peggiora. Non è un caso che in molte parti dell’Europa (Germania docet) e del mondo, gli approcci al narcotraffico e alle droghe hanno preso l’indirizzo della legalizzazione. Dove questo indirizzo è già legge (Canada e molti Stati Usa, per esempio) e i problemi del genere sono e si stanno ridimensionando, le baldanzose affermazioni del ministro Piantedosi sono solo dichiarazioni di incapacità.
1 – Qn del 27/08/2023
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
Comunicato stampa dell’Aduc
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