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Bollette, sul tavolo lo sconto da aprile per i più virtuosi: ecco come funziona

L’esecutivo valuta un nuovo intervento a partire da aprile quando arriveranno a scadenza gli ultimi aiuti contro il caro energia previsti dalla manovra

Bollette, sul tavolo lo sconto da aprile per i più virtuosi: ecco come funziona

Il governo studia un meccanismo per premiare i consumi virtuosi nelle bollette che scatteranno da aprile. Quando cioè arriveranno a traguardo gli ultimi aiuti a favore di famiglie e imprese stanziati con l’ultima manovra: azzeramento degli oneri e taglio dell’Iva al 5% per il gas, e ancora bonus sociali rafforzati e crediti d’imposta potenziati per le aziende. L’ultimo indizio l’ha lanciato ieri, sabato 28 gennaio, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo a un evento organizzato dalla Lega. «L’idea dal primo aprile è che dovrebbe cambiare il sistema, tale per cui noi garantiamo gli stessi prezzi, diciamo così, “politici”, fino a una percentuale di consumo della famiglia dell’anno precedente o degli anni precedenti e quello è il prezzo ancorato ai valori del 2020 e precedenti, mentre il consumo in più viene messo a prezzo di mercato. Questo dovrebbe indurre chi risparmia e ha un comportamento virtuoso a non avere aumenti».

Come funzionerebbe il meccanismo? In sostanza, come aveva spiegato lo stesso Giorgetti nelle scorse settimane, la bolletta verrebbe divisa in due parti: da un lato, una tranche di consumi con un prezzo “protetto” (il 70-80% del consumo annuo stimato sulla base dell’anno precedente o della media nel periodo precedente), mentre l’eccedenza (il 20-30%) sarebbe ancora al prezzo di mercato. Un sistema che andrebbe a premiare chi tiene sotto controllo i propri consumi in linea anche con la rotta indicata dall’Europa che chiede agli Stati di privilegiare misure selettive in ambito energetico e non più interventi a pioggia.

In questo modo, dunque, una parte della bolletta sarebbe soggetta a un prezzo calmierato rispetto ai valori del mercato. Il meccanismo è sul tavolo e ricalca il modello già applicato da alcuni Paesi, a cominciare dalla Germania, dove è stato introdotto un nuovo sistema che rimarrà in vigore dal 1° gennaio di quest’anno al 30 aprile del 2024 (ma l’entrata in vigore effettiva sarà a marzo). In sostanza, le famiglie tedesche pagheranno 12 centesimi kilowattora per il primo 80% del consumo di gas calcolato sulla media dello scorso anno. Mentre le industrie, dal primo gennaio 2023 alla fine di aprile 2024, verseranno 7 centesimi per kwh per il primo 70% del consumo, sempre riferito alla media dell’anno precedente.

L’intervento messo in campo dal governo di Olaf Scholz ha però dei costi ingenti: in base ad alcune stime, per l’attivazione di queste misure serviranno 99 miliardi di euro per il primo anno e mezzo (56 miliardi per coprire le spese legate alle bollette di gas e teleriscaldamento, che in Germania è molto diffuso, e 43 miliardi per i costi dell’elettricità). Ovviamente le coperture sono destinate a scendere se i prezzi all’ingrosso del gas proseguiranno sulla traiettoria discendente come avvenuto nelle ultime settimane.

I costi della misura sono un nodo non da poco ed è chiaro che la replica di un meccanismo simile in Italia deve essere attentamente ponderata. E questo spiega la prudenza dello stesso ministro Giorgetti che anche ieri è tornato a evidenziare le complessità associate a questo tipo di intervento. «Ci stiamo lavorando e speriamo di arrivare in tempo per marzo», quando andranno, come detto, a scadenza gli aiuti prorogati in manovra.

Il governo, va detto, sta valutando con estrema attenzione la portata di un eventuale “sconto” per i consumi virtuosi perché c’è un problema di risorse con cui fare i conti, a differenza della Germania dove, lo ricordiamo, il governo ha messo in campo una maxi manovra 200 miliardi contro il caro energia. Da un punto di vista tecnico, la misura non avrebbe grosse difficoltà applicative in Italia perché, per monitorare i consumi delle famiglie, si potrebbero sfruttare le informazioni che oggi garantiscono i contatori intelligenti, già molto diffusi sul territorio, ma il tema dei costi è dirimente. Come lo è per la Germania che potrebbe avere notevoli problemi di copertura se i prezzi del gas dovessero tornare a salire: il meccanismo tedesco, infatti, non contempla un tetto alle quotazioni della materia prima e nemmeno un livello alla spesa massima che si può sostenere nei confronti degli utenti finali. Due aspetti che invece andrebbero attentamente considerati nel caso in cui l’Italia decidesse alla fine di muoversi nella stessa direzione.

Fonte Il Sole 24 ore

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