Belloni designata consigliere diplomatico di Ursula von der Leyen: il documento
Elisabetta Belloni è stata designata Special Adviser della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

La notizia era stata anticipata dal ‘Foglio’, oggi l’Adnkronos ha potuto visionare un documento che spiega nei dettagli l’incarico: sarà ‘Chief Diplomatic Adviser’, di fatto il consigliere diplomatico, e riporterà direttamente alla presidente, nell’ambito di IDEA, il servizio di consulenza della Commissione che “fornisce idee innovative e uno spazio per la ricerca interdisciplinare e la collaborazione sulle priorità fondamentali”.
“Lunedì o martedì sarò a Bruxelles per definire i dettagli della mia nomina a consigliere diplomatico della presidente della Commissione europea”, dice Belloni all’Adnkronos. “Non ho ancora firmato, ma certamente ho dato la mia disponibilità”, precisa l’ambasciatrice, ex segretario generale della Farnesina.
Belloni, classe 1958, è una diplomatica in pensione, che dopo una serie di incarichi nelle ambasciate italiane all’estero ha ricoperto ruoli sempre più importanti all’interno del Ministero degli Affari Esteri. Ha guidato l’Unità di crisi, è stata direttrice generale della cooperazione allo sviluppo e poi direttrice generale per le risorse e l’innovazione. Promossa nel 2014 ambasciatrice di grado, è stata capo di gabinetto del ministro degli Esteri Gentiloni. In seguito, è stata promossa segretario generale della Farnesina, infine è stata nominata da Mario Draghi direttrice del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), il vertice dell’intelligence italiana, ruolo che ha ricoperto fino allo scorso 15 gennaio.
Adnkronos
Altre Notizie della sezione

Giù l’Iva su opere d’arte
22 Giugno 2025Giuli, "risultato storico, ora l'Italia tornerà a primeggiare"

La Regione Abruzzo boccia proposta di legge sul fine vita
20 Giugno 2025Centrodestra boccia la Pdl, il centrosinistra vota sì.

Pm e giudici separati in casa: a Milano la riforma sembra già realtà
20 Giugno 2025Quanto sta avvenendo attorno al processo parallelo sul caso Pifferi dice molto del clima che si respira all’interno della magistratura, che si scopre fragile e divisa.