Anno: XXVI - Numero 116    
Venerdì 13 Giugno 2025 ore 14:00
Resta aggiornato:

Home » Aggressioni ai medici, episodi in crescita e spesso non denunciati

Aggressioni ai medici, episodi in crescita e spesso non denunciati

Il dato è emerso durante l’incontro tenutosi a Roma il 5 giugno, dove è stato ribadito quanto la violenza nelle corsie sia ormai strutturale.

Aggressioni ai medici, episodi in crescita e spesso non denunciati

Insultati, minacciati, picchiati. È accaduto ad almeno 130 medici solo nel 2024 a Roma e provincia. Lo certificano i dati Inail, che contano solo i casi con conseguenze fisiche significative. Eppure, secondo Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici della Capitale, i numeri reali sarebbero almeno tre o quattro volte superiori: “Molti colleghi non denunciano – ha spiegato – per paura, per senso del dovere o per non compromettere il rapporto con i pazienti”.

Il dato è emerso durante l’incontro “Sicurezza e professionisti della salute”, tenutosi a Roma il 5 giugno, dove è stato ribadito quanto la violenza nelle corsie sia ormai strutturale. Secondo uno studio congiunto di Sapienza e ospedale Sant’Andrea, i reparti di Psichiatria restano i più a rischio, con il 36,2% degli episodi.

Il fenomeno si estende ben oltre la Capitale. A Pisa, lo scorso 7 giugno, un uomo è stato arrestato dopo aver aggredito il personale del pronto soccorso di Cisanello e una guardia giurata, danneggiando l’ingresso dell’ospedale. Il giudice ha convalidato l’arresto, imponendo l’obbligo di firma.

Intanto, la risposta della categoria medica e infermieristica si fa concreta: accanto alle denunce, si moltiplicano le iniziative di formazione per la difesa personale. Dopo i corsi promossi dal sindacato Nursing Up per gli infermieri in Toscana – incentrati su gestione dello stress, tecniche verbali e fisiche di de-escalation – anche i medici hanno cominciato a frequentare corsi di autodifesa e arti marziali.

Da nord a sud, professionisti sanitari si allenano in discipline come krav maga, judo o aikido, spesso all’interno delle stesse strutture ospedaliere, per acquisire strumenti utili a prevenire o contenere situazioni di rischio. Non si tratta solo di imparare a difendersi fisicamente, ma anche di riconoscere segnali di escalation e mantenere lucidità emotiva.

“Non è normale dover imparare a difendersi mentre si cura – ha sottolineato Antonio De Palma, presidente del Nursing Up – ma è questa la realtà. E se la politica è lenta, ci pensiamo noi a proteggere chi ogni giorno protegge gli altri”.

Doctor 33

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.