Scuola sì, scuola no. Divisi sulla riapertura il 7 gennaio
Per il ministro Speranza "è la priorità, coprifuoco anche dopo la Befana". Per il suo consigliere Ricciardi "non si deve riaprire, contagi troppo alti"
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Ritorno a scuola in presenza dal 7 gennaio: il ministro Speranza dice sì, il suo consigliere Ricciardi dice no.
Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, rimane “prioritario il ritorno in classe. È il nostro obiettivo”, dice al Corriere della Sera. Questo non significa un libera tutti, tutt’altro: “Finché i vaccini non produrranno un impatto epidemiologico sulla popolazione, l’unica cosa che funziona sono le misure restrittive. L’indice Rt dà segni di ripresa, dopo la Befana dovremo ripristinare il modello delle fasce di rischio e confermare le misure base delle zone gialle. Sì, ristoranti e bar chiusi alle 18, chiusi piscine, palestre, cinema, teatri, stadi. Siamo ancora dentro la seconda ondata, Londra torna verso misure molto dure e anche noi abbiamo ancora troppi casi e troppi morti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, che sostiene di aver “dato mandato ai tavoli prefettizi per potenziare i mezzi di trasporto e scaglionare gli orari scolastici come se la didattica in presenza fosse già al 75 per cento. I ragazzi devono tornare a scuola”, dice al Foglio.
Più dura la linea di Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute e professore di Igiene all’università Cattolica, non favorevole a un ritorno a scuola dopo l’Epifania: “Per abbassare davvero la curva dei contagi, lo abbiamo visto, l’unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali. Anche la ‘zona rossa’ ora in vigore andrebbe prolungata, almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi. Se dal 7 gennaio, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica”. Si possono riportare i ragazzi in classe “solo con una circolazione bassa del virus, non con quella attuale. Le scuole sono ambienti sicuri, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura. Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane”, sostiene Ricciardi
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