Anno: XXV - Numero 84    
Mercoledì 15 Maggio 2024 ore 13:00
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Prof picchiato a Napoli in un raid dopo un rimprovero in classe

In cinque lo hanno assalito sotto casa e lo hanno pestato a sangue.

Prof picchiato a Napoli in un raid dopo un rimprovero in classe

Enrico Morabito, insegnante della scuola media Antonio De’ Curtis di Casavatore, in provincia di Napoli, ha raccontato su Facebook la terribile aggressione subita, che secondo lui è collegata a un suo rimprovero precedentemente fatto in classe.

“La prova – racconta in una intervista al Corriere della Sera – è che quando sono uscito dal portone, uno di quei cinque, quello che poi si è rivelato anche il più accanito, mi ha chiesto “sei tu Enrico?”, e alla mia conferma ha aggiunto: “Allora sei tu il professore della De Curtis”. Poi mi sono saltati addosso. Alla fine ero una maschera di sangue. Sono dovuto andare al Pronto Soccorso e ora eccomi qui, tutto incerottato”.

Il prof Morabito ha raccontato che il raid è avvenuto sotto casa sua. Qualcuno ha citofonato qualificandosi come un amico e ha chiesto ad Enrico di scendere.

All’uscita dal portone uno sconosciuto gli ha chiesto “Tu sei Enrico?” e alla sua risposta affermativa, lo ha incalzato: “Allora sei tu il professore della De Curtis”. Quindi in 5 lo hanno massacrato di botte, con calci, pugni e sbattendogli la testa contro i vetri del palazzo. Lo hanno minacciato di non tornare più in classe e di non denunciare.

Ma il prof ha trovato il coraggio di chiamare comunque i carabinieri. Medicato al Pronto Soccorso del San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, è stato dimesso con una prognosi di 7 giorni. Per fortuna non ha riportato danni gravi.

A partire dallo scambio di battute avuto con i suoi aggressori, il prof è abbastanza sicuro di aver subito una ritorsione per alcuni episodi avvenuti in classe.

L’ultimo la stessa mattina del raid: “I ragazzi erano scatenati – ha raccontato – Entravano e uscivano dalla classe senza permesso, facevano capannelli parlando come se io non ci fossi. Addirittura alcuni si sono seduti sul davanzale. Li ho richiamati più volte e li ho anche avvertiti che se avessero continuato avrei fatto rapporto a tutta la classe, spiegando la gravità di una nota disciplinare. Alla fine non ho avuto alternative”.

Il prof Morabito pensa che siano stati i genitori i mandanti e racconta anche di una lettera mandata da un genitore che chiedeva il suo allotanamento.

“A una bambina che mi ha parlato di Lgbt ho chiesto se ne conoscesse il significato e ho spiegato l’importanza del rispetto tra tutte le persone. Ma questo non è parlare di sesso, è parlare di civiltà”. C’è chi lo ha accusato di essersi presentato ai ragazzi qualificandosi come gay: “Ma perché avrei dovuto farlo? – dice – Io quando mi presento dico il mio nome, non il mio orientamento sessuale”.

 

 

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