Il viaggio a Osaka della Regione Lazio è costato oltre 1,8 milioni di euro.
Esposto in Corte dei conti.
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La spedizione della Regione Lazio all’expo di Osaka finisce sulla scrivania dei giudici contabili della Corte dei conti. L’esposto è stato presentato dal consigliere di Azione, Alessio D’Amato, in seguito a quanto già emerso nelle scorse settimane: circa 1,8 milioni di euro derivanti da varie voci (fondi europei e un sostegno da parte della Camera di Commercio), messi a bilancio per portare una cinquantina di persone nella città giapponese tra il 17 e il 24 maggio.
A partire verso l’Estremo Oriente è una delegazione di circa 50 persone tra esponenti della giunta Rocca, presidente incluso, vari assessori, membri delle segreterie politiche, ufficio stampa e consiglieri di maggioranza e opposizione. In particolare, a quanto pare, i componenti degli uffici di presidenza delle commissioni Bilancio e Cultura. Una spedizione massiccia che per una settimana svuoterà la Pisana, fermando ogni tipo di lavoro amministrativo tra commissioni e consiglio stesso. E che a qualcuno non è andata giù: “Ma tutta questa gente, era necessario che andasse a Osaka? Se lo avessero chiesto a me, avrei detto di no” commenta a RomaToday D’Amato, assessore alla Sanità durante l’ultima giunta Zingaretti.
Scandagliando le carte, si legge che le spese sono state necessarie per una moltitudine di attività e strumentazioni: video, comunicazione in loco (quindi professionisti aggiunti a quelli già stipendiati dalla Regione, assunti dopo l’insediamento della giunta Rocca nel 2022), materiale grafico, gadget, regali istituzionali, un pranzo da Eataly a Osaka, il trasporto di diverse opere d’arte verso il Giappone, ovviamente voli e sistemazione. E su quest’ultima voce qualche polemica c’è stata: Lazio Innova ha “dovuto” prenotare il St Regis, un cinque stelle che può arrivare a costare anche 900 euro a notte. Come riportato da “Il Fatto Quotidiano”, era l’unica struttura alberghiera con una disponibilità tale da ospitare una delegazione corposa come quella nostrana.
Un’altra voce che verrà presumibilmente analizzata dalla Corte dei conti, che ha ricevuto l’esposto di D’Amato, è quella relativa a una serie di gadget e regali per i partecipanti alla spedizione. Si tratta di cravatte, foulard, trolley personalizzati. Particolari riportati sempre da “Il Fatto Quotidiano”, che ha spiegato anche come il numero dei trolley ordinati fosse superiore ai componenti ufficiali della delegazione (67 contro 51) poiché diversi hanno deciso di portare anche i parenti, pagando però di tasca propria le spese extra.
Insomma, di domande ne sono scaturite molte. E infatti c’è chi ha deciso di vederci chiaro, presentando un esposto alla Corte dei conti: “Va fatta luce – spiega D’Amato – sul livello delle spese e la loro congruità. Se anche fossero giustificate, abbiamo superato il milione e 800mila euro complessivi per sostenere una delegazione abnorme fatta non solo di rappresentanti politici, ma anche di segretari e parenti stretti. Mi sembra una cosa fatta male e chiedo che l’organismo di controllo faccia attenzione”. Anche sulla composizione della delegazione, il consigliere di Azione ha qualche dubbio, che però non sarà la Corte dei Conti a levargli: “I nomi non sono stati resi noti, è disdicevole – attacca -. So che erano coinvolte due commissioni, Bilancio e Cultura, ma è una modalità che lascia il tempo che trova, un po’ consociativa. Perché vanno? Che cosa dovrebbero fare? Se avessero portato 30 giovani imprenditori del territorio sarebbe stato sensato, ma con tutto il rispetto queste persone a che titolo sono lì? Immaginate se ogni Regione facesse come il Lazio, sarebbe un’invasione del Giappone”.
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