Quando smart working significa attitudine
A Marshall Cristiano Carriero racconta il lavoro agile da un’altra prospettiva
Mai come in questo periodo emergenziale sentiamo parlare di smart working in infinite sfaccettature: da quelle economiche a quelle normative. Eppure, mai abbastanza spesso si discute di quali possono essere le implicazioni umane e psicologiche del lavoro agile o dei disagi a cui l’isolamento può portare il lavoratore. Altrettanto raramente, a fronte dei tanto dibattuti mezzi che l’azienda deve dare in dotazione ai propri dipendenti, si considerano gli strumenti che l’azienda stessa deve possedere per avere a che fare, in sede, con tanti lavoratori dislocati altrove. Ad analizzare, molto concretamente, questi e molti altri aspetti è Cristiano Carriero, storyteller, autore di “Smart Working. Tool e attitudini per gestire il lavoro da casa e da remoto” nella quinta puntata di questa seconda stagione di Marshall. In chiusura, poi, un’altra storia di successo – quella di Gianpiero D’Alessandro, writer, grafico, designer – che ci dimostra che le vie del lavoro sono infinite e possono essere anche social.
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