Anno: XXVI - Numero 227    
Martedì 25 Novembre 2025 ore 13:30
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Quando i magistrati ignorano le sentenze sgradite della Corte di giustizia europea

Dare ascolto sempre, e non a seconda delle convenienze.

Quando i magistrati ignorano le sentenze sgradite della Corte di giustizia europea

Bisogna dare ascolto alle deliberazioni della Corte di giustizia europea? Sì, a patto che si dia loro ascolto sempre, e non a seconda delle convenienze.

L’onorevole Enrico Costa, garantista e impenitente, ha notato che i magistrati italiani procedono a zig zag: si appellano alla Corte di giustizia europea nel caso celebre degli “Stati sicuri”, ma ignorano altre sentenze della stessa Corte in materia di abuso delle intercettazioni e protestano per ogni provvedimento civile che ne limiti l’arbitrarietà, salvaguardando gli intercettati nemmeno inquisiti dal linciaggio mezzo stampa cui sono sottoposti.

Chiedo un po’ di pazienza a chi legge per la difficoltà di una prosa molto tecnica, ma questo è il cuore del testo della Corte europea: “La Corte ha preliminarmente ricordato che il principio della riservatezza delle comunicazioni effettuate tramite una rete pubblica di comunicazione e i servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico si traduce nel vietare l’ascolto, la captazione nonché la memorizzazione e altre forme di intercettazione o di sorveglianza delle comunicazioni, e dei relativi dati sul traffico, senza il consenso degli utenti interessati, salvo nelle ipotesi previste all’articolo 15, paragrafo 1, della Direttiva 2002/58. A tale riguardo, le misure legislative che disciplinano l’accesso delle autorità competenti ai dati di cui all’articolo 5, paragrafo 1, della Direttiva 2002/58 non possono limitarsi ad esigere che tale accesso risponda alla finalità perseguita dalle medesime, ma devono altresì prevedere le condizioni sostanziali e procedurali che disciplinano tale trattamento, che devono essere adottate nel rispetto dei principi generali del diritto dell’Unione e dei diritti fondamentali garantiti dalla Carta, tra cui in particolare quello ad un equo processo, ai sensi del quale le decisioni giudiziarie devono essere motivate”.

Difficile e super tecnico, ma il senso è molto chiaro. Perché i magistrati italiani e la loro associazione sindacale denominata Anm fanno finta di niente?

di Pierluigi Battista su Huffpost.

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