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Pnrr, raggiunti i target 2021.

Le misure approvate dal Governo e quelle ancora da approvare

Pnrr, raggiunti i target 2021.

Incremento dei letti di terapia intensiva e semi intensiva; legge quadro sulla disabilità; piano di sostegno alle persone vulnerabili e per prevenire l’istituzionalizzazione degli anziani; semplificazione delle procedure per gli appalti. Sono alcune misure che interessano più o meno da vicino il mondo salute approvate nel primo anno del governo Draghi in attuazione delle richieste dell’Unione Europea, condizione necessaria per girare all’Italia i fondi del Recovery Plan. Ad esse si aggiungono misure per la transizione digitale tra cui il Regolamento Agenzia Italia Digitale sulle specifiche tecniche dei servizi cloud e le Linee Guida sull’infrastruttura tecnologica della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) per l’interoperabilità dei sistemi informativi, del cui “fall-out” anche la Sanità beneficerà. Queste ultime, realizzate nel decreto legge 77, semplificano le procedure di acquisto dei beni e servizi informatici e creano presupposti per l’interoperabilità tra le amministrazioni pubbliche.
Il pacchetto citato è solo un tassello del gran lavoro svolto dal governo “bipartisan” per consentire al nostro paese di accedere ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Nella conferenza stampa di fine anno il premier Mario Draghi ha annunciato che il nostro paese ha raggiunto tutti i 51 traguardi (milestone) e obiettivi (target) previsti dal crono-programma del PNRR nel 2021: il 30 dicembre è stata quindi inviata alla Commissione europea la richiesta di pagamento della nuova rata da 24,1 miliardi di euro, di cui 11,5 di contributi a fondo perduto e 12,6 di prestiti (ad agosto erano arrivati 24,9 miliardi). Bruxelles eroga le tranche solo se milestone e target sono stati raggiunti e gli stati d’avanzamento sono soggetti a verifica semestrale. Quest’anno potrebbe essere più difficile. Infatti, se nel 2021 sono stati adottati per lo più leggi e regolamenti preliminari, documenti e linee guida, regole per i bandi, per il 2022 il PNRR prevede l’approvazione di 66 riforme e il raggiungimento di 102 obiettivi per 40 miliardi di fondi. La prossima verifica è fissata a giugno 2022.
Nel frattempo, il governo ha dovuto intrecciare questa produzione normativa con l’emergenza Covid. Il che ha comportato una produzione complessiva compatibile con il precedente governo guidato da Giuseppe Conte, se non superiore in quanto vanno aggiunti i decreti attuativi ereditati dai governi precedenti e in gran parte riattualizzati. Il lavoro svolto si evince dalla relazione presentata al Consiglio dei Ministri dal Sottosegretario alla Presidenza Roberta Garofoli nei giorni scorsi, che consente di fare un confronto non tanto tra attività dei due governi quanto tra i due anni pandemici 2020 e 2021. Tra il 23 febbraio 2020, data delle prime misure urgenti per il contenimento dell’emergenza Covid-19, ed il 3 febbraio 2021 sono stati 35 i decreti legge varati dal secondo governo “giallo-rosso” guidato da Giuseppe Conte, e rinviavano a 310 decreti attuativi, di cui una parte non era stata ancora adottata a inizio 2021. Il solo decreto legge Rilancio 44/2020 prevedeva 137 decreti attuativi, ed altri 37 erano previsti dal Dl Semplificazioni 76/2020. Una parte di tali decreti non è ancora stata realizzata, ma molto è stato fatto. Il successivo governo Draghi dal 13 febbraio 2021 ad oggi ha invece emanato 21 decreti legge e dato origine, complice il varo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a 357 nuovi decreti attuativi (193 presenti nei soli Dl Sostegni e Sostegni bis oltre che dal decreto sull’attuazione del PNRR e dai correlati Dl 121 e 152); dei nuovi decreti attuativi, solo 182 sono stati adottati finora. Se a tutta prima il volume di atti implicato nella decretazione dei governi Conte e Draghi è compatibile, al di là dei decreti convertiti, va però ricordato che il governo Draghi aveva ereditato 728 atti non portati a termine nelle precedenti legislature. E nella relazione esposta in CdM emerge che nel 2021 si sono ridotti in 10 mesi da oltre 700 a 271 i decreti attuativi da realizzare. Un buon biglietto da visita per chi si accinge alla sfida epocale di riformare la sanità dopo 20 anni, a partire dalla medicina territoriale.

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