Anno: XXV - Numero 85    
Giovedì 16 Maggio 2024 ore 13:00
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Il decreto semplificazioni slitta ancora

Prendono forma le norme su ambiente e investimenti, ma non c'è ancora una sintesi tra Pd e 5 stelle su cantieri e Codice degli appalti. Silenzio-assenso per velocizzare le bonifiche, commissario per quella di Taranto

Il decreto semplificazioni slitta ancora

Qualcosa si muove a palazzo Chigi e nei ministeri coinvolti, ma si muove così lentamente che il tanto annunciato Consiglio dei ministri per il via libera al decreto sulle semplificazioni non è stato ancora messo in agenda. E così, quella che Giuseppe Conte battezzò a metà maggio come “la madre di tutte le riforme”, il secondo tempo “imminente” del già controverso decreto Rilancio, slitta ancora. I più ottimisti dentro al Governo parlano della settimana prossima, qualcuno tra i 5 stelle tira in ballo la prima settimana di luglio. Settimana più, settimana meno cambia poco. Il rinvio, l’ennesimo, dice di un passo lento, di un day after di villa Pamphilj che non prende quota. Alla prima prova dei fatti evapora il primo segnale tangibile di un autoinvocato e autocelebrato cambio di passo.

Opere pubbliche e Codice degli appalti. Conte abbozza una mediazione, ma la sintesi tra il Pd e i 5 stelle è ancora da tirare su

Il decreto sulle semplificazioni avrà tre pilastri principali: l’intervento sui cantieri e sugli appalti relativi alle opere pubbliche, la sburocratizzazione della Pubblica amministrazione e lo sblocco degli investimenti. Il primo di questi pilastri ancora non si tiene in piedi. Le differenze che tengono distanti il Pd e i 5 stelle sono profonde. I grillini invocano il modello Genova, la sospensione del Codice degli appalti per tre anni, gare in massimo 45 giorni, le autorizzazioni ambientali entro sessanta. Insomma una forte deregulation, che si sostanzia anche della proposta di affidare tutte le opere a due commissari, nello specifico gli amministratori delegati di Anas e Rfi, dotandoli di poteri ampi. I dem, invece, non vogliono smantellare il nuovo Codice, messo a punto nel 2016 e che reca la firma politica dell’allora ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio. Il loro piano, confezionato dall’attuale ministra Paola De Micheli e anticipato da Huffpost, è stato consegnato a Conte da parecchie settimane: 200 miliardi, da spalmare in 15 anni, per sbloccare tutti i cantieri, compresi i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. La ratio è quella di pochi commissari (12 per 25 opere difficili da portare a compimento) e nessun stravolgimento del Codice degli appalti. Al massimo qualche ritocco, già messo nero su bianco dalla ministra da tempo: verifica di anomalie dell’offerta, appalto integrato, criterio del minor prezzo e quantificazione delle stazioni appaltanti.

A palazzo Chigi, dove Conte ha affidato ai tecnici il coordinamento delle misure che faranno parte del decreto, si è messo a punto una mediazione. Pochi commissari straordinari e la possibilità per le stazioni appaltanti di usare deroghe veloci al Codice degli appalti. Non però sospendendolo, ma estendendo a molti più casi la possibilità di sfruttare una velocizzazione che è già prevista nello stesso Codice. Un modo per dire che le deroghe saranno più facili, ma sempre dentro il perimetro del Codice. Un tentativo di far dire sì a Pd e 5 stelle. Ma le norme specifiche sono ancora da confezionare. E poi bisogna fare un punto politico con i due partiti, non dimenticando i renziani che sono più vicini alle posizioni dei 5 stelle rispetto che a quelle del Pd.

Il pacchetto ambiente: commissari per velocizzare le bonifiche. Spinta alle colonnine elettriche, legge Severino per i presidenti dei parchi

Alcune norme del decreto sono di fatto pronte. Tra le altre figurano quelle messe a punto dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che le ha illustrate al premier nel corso di un incontro che si è tenuto in mattinata. Cinque norme che mirano a semplificare e sbloccare i procedimenti per le bonifiche, ma anche a velocizzare l’installazione di colonnine elettriche. Previste anche misure di semplificazione in materia di interventi contro il dissesto idrogeologico e norme sui presidenti dei parchi nazionali. Tra le norme più significative ci sono quelle che riguardano le bonifiche. Nel testo, di cui Huffpost è in possesso, si prevede la possibilità di nominare “uno o più commissari straordinari per accelerare gli interventi di bonifica e di riparazione del danno ambientale nei siti di interesse nazionale di Crotone, Brescia Caffaro e Taranto”. Novità anche per i parchi nazionali. Chi ha già ricoperto l’incarico di presidente per due mandati, anche consecutivi, non potrà più essere nominato. E agli stessi presidenti si applicherà la legge Severino in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. Sempre sui parchi è previsto un meccanismo sostitutivo in caso di mancata approvazione definitiva del piano entro un anno dall’adozione da parte dell’ente parco: sarà il ministero dell’Ambiente a provvedere all’adempimento entro tre mesi. Per quanto riguarda gli interventi contro il dissesto idrogeologico si velocizzano i tempi di assegnazione dei fondi ai commissari, prevedendo che possono procedere immediatamente  all’avvio delle attività di progettazione e di realizzazione degli interventi “a seguito dell’adozione del provvedimento di assegnazione delle risorse, prescindendo comunque dall’effettiva disponibilità di cassa”.

Le misure pronte. Il bollino qualità per le imprese, tagli e premi per spingere gli investimenti, la riforma del Cipe e il piano per la banda ultralarga

Il lavoro portato avanti dai tecnici di palazzo Chigi sul pacchetto investimenti è di fatto pronto. Tra le novità c’è un sistema di tagli e premi per le amministrazioni che non comunicano i dati sull’iter degli investimenti, ma anche un bollino di qualità per le imprese che dovranno presentare un certificato di sostenibilità economico-finanziaria per accedere agli investimenti pubblici. Nel decreto entrerà anche la riforma del Cipe, il braccio operativo del Governo in termini di investimenti nelle infrastrutture. Spazio anche a misure per incentivare lo sviluppo della banda-ultralarga: dai mini-scavi con le cosiddette mini-trincee alle autorizzazioni archeologiche più veloci.

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