Gli effetti del decreto Dignità
Nel nuovo approfondimento la Fondazione Studi CdL sottolinea come la rigidità in entrata non abbia stabilizzato il mercato del lavoro
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Con l’approfondimento del 9 marzo 2021 la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro traccia un bilancio degli effetti prodotti sul mercato del lavoro dal decreto legge n. 87 del 12 luglio 2018, meglio noto come “decreto Dignità”, con cui il legislatore ha modificato la disciplina del decreto legislativo n. 81 del 15 giugno 2015 in materia di contratto di lavoro a tempo determinato e somministrazione di lavoro. Utilizzando come metro di giudizio i dati Inps e Istat sull’occupazione, nel documento si analizzano in chiave occupazionale i risultati ottenuti con questo provvedimento, introdotto con l’obiettivo di contrastare fenomeni di precarizzazione in ambito lavorativo e salvaguardare i livelli occupazionali, per poi mettere in evidenza i limiti di un mercato del lavoro caratterizzato da una così forte rigidità in entrata e sottolineare l’esigenza di introdurre nuovi modelli organizzativi, che stabilizzino l’occupazione attraverso una maggiore flessibilità e innovazione delle dinamiche produttive nelle imprese. In questo contesto, un uso virtuoso dei contratti a termine può soddisfare sia le esigenze dei datori di lavoro che dei lavoratori.
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