Flotilla contro Il Tempo.
Il direttore Tommaso Cerno rilancia: “In tribunale per dire chi sono”. Solidarietà della stampa libera.
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Espulsioni, querele e presunti legami con Hamas: la missione per Gaza si trasforma in un reality di propaganda, dove la libertà di stampa è l’ospite indesiderato.
Benvenuti nello strano teatro della Global Sumud Flotilla, dove la pace si misura a colpi di querele e la solidarietà internazionale convive con l’arte di escludere chi scrive davvero. Il Global Movement to Gaza Italia querela Il Tempo per diffamazione: peccato che la diffamazione sembri un dettaglio da trascurare di fronte all’emergenza di proteggere “i nostri eroi” dai giornalisti indiscreti.
La cronista Francesca Del Vecchio viene gentilmente invitata a scendere dalla nave perché, sorpresa, è “pericolosa”. Non per i passaggi di sicurezza, ma per la scomoda abitudine di raccontare la verità. Solidarietà della Fnsi, applausi dell’opinione pubblica, ma sul ponte di comando della Flotilla sembra che l’unico diritto assoluto sia quello di raccontare solo ciò che fa comodo.
Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, rilancia con orgoglio: tribunale, processi e illuminanti lezioni sui presunti legami con Hamas. Chi osa dubitare? Chi osa fare domande? Meglio citare in giudizio e trasformare il giornalismo in un campo minato legale, mentre la retorica umanitaria naviga tranquilla sulle acque del Mediterraneo.
E così, tra espulsioni, querele e proclami eroici, il pubblico assiste a un curioso spettacolo: chi predica diritti umani e giustizia internazionale difende i propri segreti come se fossero tesori nazionali, mentre chi prova a raccontare la realtà rischia di finire sotto processo. La morale? In certe acque, la verità è pericolosa… soprattutto per chi osa raccontarla.
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