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Equo compenso: si avvicina l'approvazione del ddl Meloni

Torna in aula alla Camera il ddl sull'equo compenso . Qui il testo, le ultime novità,i pareri del Cndcec e Confprofessioni

Equo compenso: si avvicina l'approvazione del ddl Meloni

Il DDL sull’equo compenso dei professionist qui il testo  Disegno di Legge Atto senato 2419  , prima firmataria l’attuale presidente del Consiglio Meloni  torna in Aula alla Camera oggi 23 gennaio  dopo l’approvazione già ottenuta  in commissione Giustizia.

La relatrice on Varchi ha dichiarato di aspettarsi una rapida approvazione   e lo  aveva preannunciato   lo stesso ministro del Lavoro Calderone  qualche settimana fa a margine dell’incontro con gli ordini professionali (v. i dettagli all’Ultimo paragrafo)

Il disegno di legge era stato approvato alla Camera in ottobre 2021 e  passato  poi in Senato dove  è rimasto fermo molti mesi .  E’ arrivato poche settimane  dopo  l’ok della Commissione  Giustizia  del Senato e sarebbe stato atteso in aula per il 20 luglio 2022 ma la crisi di Governo ha  bloccato i lavori.

Vediamo  i contenuti  del testo, i pareri e le ultime novità nei paragrafi seguenti.

DDL equo compenso: cosa prevede

Si ricorda che la norma prevede tariffe professionali  aderenti a parametri proposti ogni due anni  degli ordini professionali  e sanciti da decreti ministeriali.

 Tali tariffe si applicherebbero esclusivamente nei rapporti con 

  • imprese bancarie;
  • imprese assicurative;
  • imprese con ricavi annui superiori a 10 milioni di euro o con più di 50 dipendenti;
  • pubblica amministrazione.

Il DdL approvato prevede inoltre molte specifiche clausole  considerate vessatorie cosi come ipotesi di nullità per pattuizioni in tema di anticipazione di spese o acconti.

Leggi per maggiori dettagli Professionisti: approvato l’equo compenso

Un recente parere di illustri  professori:  Giulio Napolitano (Università Roma Tre), Silvio Martuccelli (Università Luiss Guido Carli) e Gian Michele Roberti (La Sapienza) ha evidenziato  che le soluzioni proposte non  sarebberocompatibili con il quadro giuridico italiano ed europeo.

 I punti critici sono i seguenti:

  1. Il principio di nullità dei compensi, quando  inferiori a quanto stabilito dai decreti  sarebbe un ritorno alle tariffe minime che la UE e  l’autorità Antitrust avevano  sanzionato  fino all’abolizione giunta con il decreto Bersani e il Decreto Cresci italia 2012 .Secondo gli esperti potrebbe essere accettabile solo una nullità legata ad un divario molto sensibile rispetto alle soglie  
  2. La verifica di equità del compenso non andrebbe collegata al momento finale  del rapporto professionale ma a quello della singola prescrizione , diversamente potrebbe favorire  la scelta del committente di non instaurare mai rapporti di lunga durata, con danni evidenti per entrambe le parti
  3. Infine, il parere sottolinea  l’inapplicabilita della previsione per cui la certificazione del  equo compenso sarebbe  affidata all’Ordine professionale di appartenenza, con possibile esecuzione forzata per ottenere il pagamento.

Alcuni parlamentari hanno evidenziato un  altro aspetto critico riguardante il fatto che non sono  ricomprese le professioni senza albo.

Il parere del CNDCEC sul DDL equo compenso

Il Consiglio nazionale dei commercialisti  prevede il sostegno al testo  e  anche di estenderne l’applicazione ai rapporti professionali verso ogni impresa, senza limiti dimensionali.

Il consiglio  ritiene infatti che  sia importante “garantire  il pieno riconoscimento dell’equità del compenso del lavoratore autonomo, in conformità alle previsioni dell’art. 36 della Costituzione nonché dell’art. 2233 del Codice civile” avendo cura che le norme abbiano un impatto soprattutto  in riferimento ai giovani professionisti. Infatti la limitazione alle grandi realta ziendali  che  sono solitamente seguite da  studi molto strutturati  di fatto escluderebbe i giovani  dalla disciplina dell’equo compenso”.

Viene quindi auspicato un “abbassamento di tali parametri dimensionali realmente significativo, fino alla loro  eliminazione, in modo che la norma aderisca maggiormente alla realtà dello specifico contesto economico e imprenditoriale italiano”.

Il parere di Confprofessioni 

In audizione al Senato recentemente il presidente di Confprofessioni Stella ha evidenziato che il testo presenta gravi criticità e  suggerisce le seguenti modifiche : 

  • estendere il  perimetro di applicazione dell’equo compenso anche ai rapporti di natura non convenzionale: e anche in rapporti limitati alla singola prestazione, 
  • vanno eliminate le previsioni di sanzioni disciplinari a carico del professionista che sia parte  di un rapporto contrattuale lesivo dell’equo compenso.
  • è evidente l’incongruenza di una previsione di un’azione giudiziaria degli ordini professionali, che per legge e per  definizione non sono soggetti chiamati a tutelare gli interessi economici dei professionisti, che va dunque soppressa 
  •  possibilità  per imprese e ordini professionali di concordare modelli di convenzione, i quali una volta adottati vengono assistiti da presunzione di legittimità presenta vizi di legittimità 
  • specificare che i parametri dovranno essere articolati per categorie omogenee di attività professionali, allo scopo di impedire che il decreto risulti generico, e quindi inefficace.

Le novità con il Governo Meloni

Il ministro del lavoro Marina Calderone    aveva incontrato il  14 novembre 2022 i rappresentanti delle casse di previdenza dei professionisti ADEPP, di Confprofessioni e di alcuni ordini professionali e ha affermato in tema di equo compenso dei professionisti che ha intenzione di  arrivare ad una approvazione della legge definitiva in quanto “è importante che passi il principio che il lavoro professionale ha diritto a una giusta remunerazione” .

Con questo obiettivo è stato anche previsto di discutere di possibili modifiche al disegno di legge, come richiesto dalle associazioni interessate.

Inoltre con il presidente di Confprofessioni, Stella,   è stato concordato di portare avanti anche il progetto della riforma del lavoro autonomo iniziata con la legge 81 2017  e non conclusa, ad esempio rafforzando il  nuovo ammortizzatore dedicato agli autonomi “ISCRO”   e attuando gli  sportelli del lavoro autonomo, progettati ma mai decollati. Leggi per approfondire ISCRO per i professionisti in Gestione Separata: le regole.

Il Ministro Calderone ha affermato  l’intenzione di lavorare “per obiettivi e su aspetti concreti, dando attuazione a quel tavolo per gli autonomi previsto dalla legge n. 81/2017: un punto di partenza per ripensare il rapporto delle professioni con le istituzioni e la collettività”.

 

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