Covid-19, nuove linee guida Oms per accertamento guarigione. Ecco cosa cambia
Tre giorni senza sintomi sono sufficienti per far uscire dall'isolamento chi ha avuto l'infezione da nuovo coronavirus, senza che sia necessario ripetere il tampone a distanza di 24 ore.
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È questa una delle principali novità contenute nelle nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) sulla certificazione della guarigione dalla Covid-19. Ma non è la sola che potrebbe avere un impatto importante anche in Italia.
“Le nuove linee guida dell’Oms relative alla modalità di certificazione della guarigione segnano un cambiamento che può incidere significativamente sulle disposizioni finora adottate e vigenti nel nostro Paese”, ha scritto il ministro della Salute, Roberto Speranza, al Comitato Tecnico Scientifico (Cts).
“Chiedo – ha aggiunto nella lettera – di poter affrontare il delicato tema nel Cts, fermo restando il principio di massima precauzione che ci ha guidato finora”. Le nuove indicazioni dell’Oms hanno aggiornato le linee guida provvisorie dello scorso 27 maggio alla luce delle recenti scoperte secondo le quali chi ha superato la Covid-19 può risultare positivo ancora per settimane ai test basati sulla ricerca di particelle del virus SarsCoV2 nei campioni biologici prelevati con il tampone. “Nonostante i test positivi, rileva l’Oms – è improbabile che questi pazienti siano infettivi e di conseguenza è improbabile che siano in grado di trasmettere il virus a un’altra persona”. Si tratta quindi, rileva l’Oms, di un aggiornamento alla luce “delle modifiche apportate alla gestione clinica della guida Covid-19, sulla base di recenti evidenze scientifiche”. Ancora una volta si tratta di modifiche provvisorie perché suscettibili di ulteriori aggiornamenti non appena ci saranno nuove evidenze scientifiche.
Alla luce dei nuovi criteri i criteri per uscire dall’isolamento senza dover ripetere il test riguardano i pazienti sintomatici, per i quali è necessario attendere dieci giorni dall’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni aggiuntivi senza sintomi (inclusi febbre e problemi respiratori); per i casi asintomatici è necessario attendere dieci giorni dopo il test positivo.
La stessa Oms riconosce che i nuovi criteri mettono sul piatto della bilancia rischi e benefici e, rilevando che “esiste un rischio residuo minimo che la trasmissione possa avvenire”, considera che “ci possono essere situazioni in cui un rischio residuo minimo è inaccettabile, ad esempio, in soggetti ad alto rischio di trasmettere il virus a gruppi vulnerabili o in ambienti ad alto rischio”. In queste situazioni, conclude l’Oms, “può ancora essere utile un approccio basato sui test”
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