Veterinari, la nuova legislatura sorda al caro bollette
La Camera non sta prendendo in considerazione i pesanti rincari energetici subiti dai Medici Veterinari liberi professionisti.
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La Commissione Speciale della Camera, impegnata nella conversione in legge del decreto Aiuti Ter, non sta prendendo in considerazione i pesanti rincari energetici subiti dai Medici Veterinari liberi professionisti. Lo denuncia l’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani che torna a chiedere l’estensione del credito d’imposta ai Medici Veterinari liberi professionisti.
Nonostante i ripetuti appelli dell’Associazione, restano finora escluse dal credito d’imposta 8mila strutture veterinarie dedite al ricovero e alle cure degli animali. I Medici Veterinari si erano rivolti al Presidente della Commissione Speciale Roberto Pella (FI) e alle relatrici del Decreto Aiuti-Ter, Vanessa Cattoi (Lega) e Ylenia Lucaselli (FdI).
A tutte le forze politiche impegnate nella conversione in legge del Decreto Aiuti-Ter, Anmvi ricorda che le attività veterinarie (Codice Ateco 75.00.00) sono classificate “essenziali” per la tutela della salute pubblica, del benessere animale e per la prevenzione delle zoonosi e che nelle famiglie italiane vivono circa 22 milioni di animali da compagnia (10 milioni di gatti; 8,7 milioni di cani e poco più di 3 milioni tra piccoli mammiferi e rettili).
L’aiuto, sotto forma di credito d’imposta, è stato concesso dal Decreto Aiuti-Ter solo alle imprese, dimenticando che per il diritto europeo i liberi professionisti sono equiparabili alle Pmi. L’Anmvi ne ha proposto l’estensione a Codice Ateco 75.00.00 delle attività veterinarie. I lavori parlamentari per la conversione in legge del Decreto Aiuti-Ter dovranno terminare entro il 22 novembre.
Ufficio Stampa Anmvi
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