Anno: XXV - Numero 71    
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Summer School 2022 Ordine e Fondazione Ingegneri Catania

Attenzione ai giovani per la rivalorizzazione hitech delle abitazioni eoliane

Summer School 2022 Ordine e Fondazione Ingegneri Catania

Iniziative come queste, frutto della sinergia tra la nostra Amministrazione, l’Università di Catania e i professionisti, danno concretezza all’obiettivo di valorizzare le Isole Eolie: un vero e proprio museo a cielo aperto, intreccio di bellezze paesaggistiche e storia». Così, il vicesindaco di Lipari Saverio Merlino commenta l’edizione 2022 della Summer School, svoltasi a Filicudi con 30 partecipanti e organizzata dall’Ordine e dalla Fondazione degli Ingegneri di Catania, con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università etnea (DICAr). Focus dell’iniziativa, i cui elaborati conclusivi sono stati esposti al Polo Tecnologico di via Santa Sofia di Catania, è stata la rivalorizzazione delle abitazioni eoliane in termini di riqualificazione sismo-energetica. «Mediante la formazione, la ricerca e la sperimentazione in loco, tutto questo è stato possibile grazie all’unione di intenti dei soggetti promotori dell’iniziativa», afferma il professore Alberto Fichera, in rappresentanza del rettore UniCT Francesco Priolo.

«Abbiamo puntato a valorizzare il lavoro di gruppo tra studenti, giovani laureati e professionisti affermati, ciascuno dei quali ha preso parte al programma con emozione e interesse – spiega il presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catania Mauro Scaccianoce – attraverso azioni interdisciplinari sono state raccolte le idee di tutti, nell’intento finale di accelerare l’ingresso dei laureati nel mondo del lavoro e motivare gli studenti laureandi a iscriversi all’Ordine, scendendo sul campo in un territorio straordinario».

«Una grande opportunità per tutti i partecipanti – continua il presidente della Fondazione Filippo Di Mauro – con risultanti qualitativamente elevati: le proposte progettuali sono infatti davvero valide. Siamo riusciti nell’intento di motivare le nuove generazioni attraverso il lavoro sul campo portato avanti dai professionisti e studenti con la sinergia di docenti, tutor, cotutor e sponsor».

«L’obiettivo di quest’anno, ampiamente raggiunto – afferma Vincenzo Sapienza, coordinatore Summer School – è stata la riqualificazione dell’architettura tradizionale eoliana come patrimonio inestimabile, coniugando il potenziamento delle caratteristiche originali con la progettazione contemporanea e migliorando, così, il benessere degli abitanti. Inoltre, i corsisti sono stati stimolati a realizzare anche degli elaborati individuali». A parlare di  “riutilizzi con nuove tecnologie” è anche Enrico Foti, direttore Dicar: «In questo percorso formativo gli studenti sono stati messi al pari degli iscritti all’Ordine – commenta – il recupero degli edifici dal punto di vista sismo-energetico è cruciale, essendo il tema di progetti di ricerca in seno al Dipartimento dell’Ingegneria Civile Architettura: nel rispetto delle caratteristiche architettoniche degli immobili isolani quali, per esempio, terrazze e colonne, i ragazzi sono stati guidati a coniugare il riuso con l’utilizzo di strumenti innovativi, avvalendosi del contributo di docenti, accompagnatori e sponsor».

Dal fronte studenti, le testimonianze di Brigitta Baglìo e Angela Mazzeo, rispettivamente di 23 e 22 anni e studentesse del quinto anno di Ingegneria Edile Architettura. «Siamo stati suddivisi in gruppi di 5 persone con un Ingegnere per team, a ciascuno di essi è stato assegnato un rudere da riqualificare, rimanendo sul posto per quattro giorni», afferma Brigitta; «grazie alle informazioni iniziali forniteci sull’isola, dal punto di vista ambientale e architettonico, abbiamo realizzato il nostro progetto, che ha permesso di formarci su un argomento che approfondiremo durante il percorso di studi», aggiunge Angela. I lavori sono stati esposti in collegamento con Maurizio Cellura, professore ordinario dell’Università degli Studi di Palermo e di Eduardo Currà, professore associato “Sapienza” dell’Università di Roma.

 

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