Risorse e non solo. Ecco quali sono le sfide per la sanità in vista dell’autunno
L’autunno com’è noto è sempre caldo politicamente.
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E anche per la sanità come ogni anno i nodi da sciogliere nell’ultimo quadrimestre dell’anno sono parecchi. Ecco punto per punto i principali temi da affrontare dopo la pausa estiva.–
L’autunno com’è noto è sempre caldo politicamente. E anche per la sanità come ogni anno i nodi da sciogliere nell’ultimo quadrimestre dell’anno sono parecchi. Al rientro dalle ferie si aprirà la stagione della manovra. Per la sanità la sfida sarà, da un lato di mantenere i circa 4 miliardi di aumento stanziati nella scorsa Legge di Bilancio e dall’altro quella di ottenere qualche risorsa in più come annunciato dal Ministro Schillaci che dopo l’incontro con il Ministro Giorgetti ha dichiarato che ci saranno 2 mld aggiuntivi per un aumento complessivo di 6 miliardi per il 2026.
Al momento, quindi, sembrerebbero non sussistere segnali di eventuali limature alle risorse (semmai si parla di aumenti) ma è chiaro che il contesto economico internazionale e nazionale non è dei più favorevoli, tra dazi, guerre, caro energia e aumento dei fondi per la Difesa. E per questo fino a che le cifre non verranno nuovamente messe nero su bianco è lecito non sbilanciarsi più di tanto.
Se, come sempre, i fondi rappresentano la base portante di ogni ragionamento i temi specifici per il settore non mancano. Partiamo dal personale sanitario. Chiusa la trattativa per il rinnovo del contratto 2022-2024 del Comparto Sanità (in autunno è attesa la firma definitiva) si è in attesa degli Atti d’indirizzo per i contratti della Dirigenza medica e sanitaria e per le convenzioni di medici di famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali. Oltre al rinnovo dei contratti la questione sarà anche quella di trovare soluzioni per rendere più attrattivo il lavoro in sanità. Sul tema c’è poi da capire che fine farà il Ddl Delega per riforma delle professioni (prevista la nascita della specializzazione in medicina generale, la stabilizzazione dello ‘scudo penale’ e incentivi per il personale) che è stato rinviato dal Cdm (per problemi sullo ‘scudo penale’) prima della pausa. A prescindere dall’esito la ‘ciccia’ risiederà nei decreti attuativi. Inoltre, bisognerà vedere come si evolverà la proposta del Ministro di spostare la contrattazione dei dipendenti della sanità fuori dall’area della Pa.
Si auspica poi l’arrivo del già annunciato nuovo Piano sanitario nazionale che dovrebbe essere la summa dell’impianto riformatore di questo Esecutivo. Sono ormai passati quasi due dall’annuncio del Ministro della Salute, Orazio Schillaci ma per ora nulla di concreto è arrivato sul tavolo. Atteso anche il nuovo Piano cronicità così come il Piano salute mentale che il Ministro ha dichiarato di voler finanziare.
Molta attesa c’è poi la riorganizzazione di ospedali e territorio su cui era stato predisposto (non senza polemiche) un tavolo di lavoro nel 2023. E in questo contesto bisognerà capire se avrà seguito la proposta delle Regioni di riforma della medicina generale con l’introduzione anche del rapporto di dipendenza (ipotesi tramontata per il Ministro).
Bisognerà vedere come andrà sul lato delle liste d’attesa, oggetto di grandi polemiche nella prima parte dell’anno tra Ministero e Regioni. Così come da analizzare anche nella seconda parte dell’anno sarà lo stop ai ‘gettonisti’ e l’impatto sulle strutture.
Inoltre, nel 2025 (a meno di rinvii) andranno alle urne molte regioni: Calabria, Campania, Veneto, Puglia, Toscana, Marche e Valle d’Aosta e a seconda dei risultati potrebbero cambiare gli equilibri all’interno della Conferenza delle Regioni.
In ambito parlamentare è atteso anche il via libera del Ddl Prestazioni sanitarie (approvato dalla Commissione Affari sociali del Senato) che ora è in discussione alla Camera (che dovrebbe però apportare alcune modifiche). Bisognerà vedere poi cosa produrrà l’indagine conoscitiva per la riforma dei Fondi integrativi così come sarà disciplinato il fine vita.
In ambito farmaceutico è stato annunciato in luglio l’avvio dei lavori per un Testo unico delle leggi sul farmaco. Qui ci sarà poi da sciogliere il nodo del payback (2 mld a carico delle aziende nel 2024) che si sommano ai problemi dell’impatto dei dazi, stimati da Farmindustria in circa 2 mld. Inoltre, bisognerà capire come proseguirà l’iter di sburocratizzazione nelle prescrizioni, il passaggio dei farmaci da ospedale a farmacia e lo sviluppo della farmacia dei servizi. Il tutto in uno scenario in cui la spesa farmaceutica aumenta.
L’autunno è poi la stagione delle campagne vaccinali. I numeri parlano di un lento calo delle somministrazioni sia per l’antinfluenzale che per le immunizzazioni dei bambini. La nuova circolare ministeriale ha mostrato la volontà di invertire il trend ma bisognerà vedere se i buoni propositi messi su carta seguiranno nella realtà. Per esempio, si spera di evitare quanto accaduto con il virus sinciziale l’anno passato.
C’è poi il Pnrr da portare a casa. Sulla carta i target sono stati rispettati ma ora in quest’ultimo anno c’è da scalare la salita più dura e il Ssn non sembra avere la gamba di Tadej Pogačar.
Di Luciano Fassari
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