Confprofessioni: stop a misure d’emergenza, servono riforme strutturali
Aprire i contributi a fondo perduto ai professionisti iscritti agli ordini e sul blocco dei licenziamenti serve un passo avanti
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Uscire dalla logica dell’emergenza per imboccare una nuova stagione di riforme strutturali. È questo il messaggio di Confprofessioni alla Commissione Bilancio del Senato, dove si è tenuta oggi l’audizione sul “decreto agosto”. Secondo la Confederazione presieduta da Gaetano Stella, la frammentazione e il carattere d’urgenza degli interventi a catena per fronteggiare la crisi economica scatenata dall’epidemia da Covid – 19 nasconde l’assenza di una strategia di lungo termine coerente con una politica di crescita robusta di un sistema produttivo già fiaccato dall’emergenza. Entrando nel merito delle misure del “decreto agosto”, la proroga del finanziamento degli ammortizzatori sociali rappresenta – secondo Confprofessioni – «il timido tentativo di un ritorno alla normalità che però non offre nuovi stimoli ai datori di lavoro e alternative più vantaggiose rispetto agli ammortizzatori sociali». Serve infatti una riforma più ampia, centrata sull’universalità delle tutele e sulla semplificazione delle procedure di accesso. Riserve anche sul blocco dei licenziamenti, tema caldo sul quale la Confederazione chiede un passo avanti, con l’avvio di percorsi di reinserimento lavorativo in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Resta poi da modificare l’impianto delle indennità a favore dei liberi professionisti. Secondo la Confederazione, la crisi innescata dalla pandemia da Covid – 19 ha accentuato la polarizzazione dei redditi tra le diverse categorie e solo l’autonomia delle casse di previdenza privata può garantire l’erogazione delle indennità ai professionisti che stanno pagando il prezzo più duro della crisi. Rispetto all’indennità prevista dal reddito di ultima istanza, Confprofessioni rilancia quindi la necessità di consentire l’accesso ai contributi a fondo perduto, introdotto con il decreto “Rilancio”, ai liberi professionisti iscritti agli ordini.
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