Zes, dai commercialisti un focus su adempimenti e opportunità
Documento del Consiglio e della Fondazione nazionali della categoria. Per il successo della Zona economica speciale unica serve certezza su misure fiscali e orizzonte temporale.
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Fornire informazioni di base e spunti operativi soprattutto sulle agevolazioni relative agli investimenti realizzati nel 2023 e sugli adempimenti da effettuare. Sono le finalità del documento “Le zone economiche speciali, quadro di sintesi degli adempimenti per investimenti 2023 e delle opportunità future”, pubblicato da Consiglio e Fondazione nazionali dei commercialisti. L’elaborato, curato dalla Commissione di studio “Finanza agevolata” che opera all’interno dell’area di delega “Finanza aziendale” seguita dal Consigliere nazionale Antonio Repaci, affronta anche il tema della nuova ZES Unica, in vigore a partire dal 1° gennaio 2024.
Dopo una panoramica sulla storia delle Zes in Italia e nel mondo, il documento illustra le modalità operative per l’ottenimento del credito d’imposta Zes per il 2023 e ulteriori aspetti fiscali e contabili dello stesso credito d’imposta. L’ultima sezione del lavoro è dedicata alla Zes Unica.
“Gli investimenti nelle Zone economiche speciali – spiegano i commercialisti -, seppur in solo due anni di effettiva operatività, hanno comportato un significativo impatto economico. Un’analisi sull’efficacia delle ZES quali strumenti di attrattività per gli investimenti nel Mezzogiorno ha messo in luce che, se tutte le ZES avessero performato come quelle della Campania e della Calabria, si genererebbe un effetto positivo sull’economia nazionale, direttamente e indirettamente, di circa 83 miliardi di euro. La nuova ZES Unica, per produrre gli effetti auspicati, dovrà fornire certezza soprattutto in merito alle misure fiscali e all’orizzonte temporale. Solo in questo modo le imprese e i commercialisti a loro fianco potranno cogliere le opportunità aperte a chiunque voglia investire nei territori del Mezzogiorno”.
Come ricordato nell’introduzione al documento, le ZES, in Italia, sono state istituite nel 2017, al fine di favorire lo sviluppo delle imprese presenti e l’insediamento di nuove attività nelle regioni del Mezzogiorno, tramite semplificazioni degli adempimenti amministrativi e burocratici, agevolazioni fiscali e doganali. Il loro percorso attuativo è stato così complesso da renderle completamente operative solo tra il 2021 e 2022, vedendo, infatti, solo nell’estate del 2022 l’apertura dello “sportello unico digitale” (SUD).
Alle Zone Economiche Speciali per interventi infrastrutturali sono destinati 630 milioni del PNRR, da utilizzare per il collegamento delle aree ZES alla rete nazionale dei trasporti e alle reti transeuropee, e 1,2 miliardi di euro per l’ammodernamento e il potenziamento dei porti presenti all’interno delle zone stesse. Dal 1° gennaio 2024, è stata istituita una Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno, che andrà a sostituire le attuali 8 ZES. Con la pubblicazione del d.l. 124/2023 (c.d. decreto Sud) è stata apportata una profonda revisione dell’istituto. Con l’introduzione della ZES Unica, il Governo punta a favorire una programmazione maggiormente integrata e coordinata, ma, allo stesso tempo, conservare le specificità dei territori coinvolti.
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